Ghiaccio su aereo Alitalia, pilota citato in giudizio

“C’è del ghiaccio sull’ala destra”. Poteva finire tutto così, con le parole pronunciate da un passeggero del volo Alitalia Torino-Napoli del 13 febbraio 2013. Ma quel passeggero, un ingegnere, oltre ad essere una persona competente era anche un tipo cui piaceva andare a fondo delle cose: scattò delle fotografie con il suo smartphone, parlò con il comandante, ne ascoltò le spiegazioni e poi si rivolse all’Enac e alla magistratura. 

La procura di Torino, adesso, ha citato a giudizio il pilota del velivolo, un belga: l’accusa è di avere violato il codice della navigazione. Gli viene contestato, in particolare, di non avere seguito i dettami di un manuale operativo che impone le modalità di comportamento in casi analoghi.   

Secondo i collaboratori di Raffaele Guariniello, il pm che ha raccolto la denuncia dell’ingegnere, affermano che la presenza del ghiaccio poteva deformare la superficie aerodinamica: riduzione della portanza, accrescimento del peso, aumento della resistenza e persino perdita di controllo sarebbero stati i poco desiderabili effetti. Con conseguenze preoccupanti per l’equipaggio e i 63 passeggeri a bordo. La formazione del ghiaccio viene evitata prima del decollo con dei particolari trattamenti chimici chiamati anti-icing. Non risulta che il comandante (cui spettano le decisioni) abbia provveduto. D’altra parte, secondo Guariniello e i suoi ispettori, nessuno dei quattro velivoli Alitalia presenti a Caselle quella notte attivò lo sghiacciamento. Lo fecero, però, i velivoli Lufthansa, Meridiana e Air France.  “Possiamo escludere nel modo più assoluto – dice l’avvocato Alberto Vercelli, difensore del pilota – che ci siano stati pericoli reali, tanto che si parla solo di violazione del codice della navigazione e non di reati più gravi”. E’ probabile che verrà presentata al tribunale una richiesta di chiudere il caso versando una somma di denaro a titolo di oblazione. 

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