Manovra: il biglietto aereo potrebbe aumentare fino a 4 euro in più

Un aumento fino ad un massimo di 2 euro della tassa di imbarco aeroportuale. Lo prevedono tre emendamenti alla manovra. La proposta è di introdurre, a partire dal 1 gennaio 2018, un’addizionale pari ad un euro sui diritti di imbarco di passeggeri sugli aeromobili in partenza dagli aeroporti situati all’interno del territorio delle città metropolitane. Le città però possono variare tale misura fino ad un massimo di due euro per passeggero imbarcato. Questo porterebbe l’imposta, attualmente di 2 euro, fino ad un massimo di 4 euro per passeggero.

La tassa interesserebbe anche i porti, prevedendo un’addizionale di un euro (aumentabile fino a 2 per passeggero) sui diritti di sbarco portuali a carico degli operatori marittimi in ormeggio presso le banchine dei porti situati nel territorio delle città metropolitane. Per imbarchi e sbarchi di passeggeri nei porti e aeroporti siti nella regione della città metropolitana ma fuori dal confine amministrativo, la tassa è fissa di 1 euro.

In una nota congiunta, Assaeroporti, Iata, Assaereo e Ibar dicono ‘no’ a questo ‘ennesimo balzello’   “che ricadrà direttamente sui passeggeri aerei  degli aeroporti delle città metropolitane, rafforzando lo squilibrio competitivo a favore del trasporto ferroviario non soggetto a tale prelievo”.

“L’intera filiera del trasporto aereo, rappresentata dalle Associazioni Iata, Assaeroporti, Assaereo ed Ibar, chiede quindi al Governo di non approvare gli emendamenti proposti per non incrementare ulteriormente le tasse in un settore importantissimo per lo sviluppo del Paese e che, ogni giorno, deve potersi confrontare in modo competitivo con l’economia globale. Una ulteriore tassa – spiegano – che potrebbe aumentare il costo del biglietto fino a 4 euro a passeggero per un viaggio di andata e ritorno e che si aggiungerebbe a quelle già esistenti, aventi finalità spesso del tutto estranee al trasporto aereo”.

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