domenica, 30 Giugno 2024

Musei servizi pubblici essenziali: governo approva dl dopo caso Colosseo

Dopo che un’assemblea dei dipendenti, regolarmente autorizzata, venerdì scorso ha lasciato chiusi per tre ore a Roma i siti archeologici più importanti, il governo ha varato un decreto che inserisce tutti i musei e i siti archeologi nella lista dei servizi pubblici essenziali, a fianco di scuola, ospedali, trasporti.

In realtà, la legge prendeva in considerazione il patrimonio storico e artistico ma solo sotto il profilo dell’integrità e della salvaguardia dei beni. Con il dl, invece, anche la ‘fruizione’ di siti archeologici e musei, pubblici o privati, entra nel quadro dell’art.1 della 146. Siti nei quali il servizio pubblico dovrà comunque rispettare una soglia minima di garanzia.

Il decreto andrà ora alla firma del presidente della Repubblica e sarà in vigore dalla pubblicazione in gazzetta per poi seguire l’iter parlamentare che lo trasformerà in legge. Contenuto in un solo articolo, il provvedimento è stringato, si limita ad inserire i luoghi importanti della cultura nella legge 146 del 1990 che disciplina i servizi pubblici essenziali, come i trasporti, per esempio.

“Un principio di  civiltà”, fa notare il ministro dei Beni culturali e turismo Dario Franceschini, ricordando che “vale per tutti i musei statali, comunali, pubblici e non”.   

Ora dunque, qualsiasi assemblea o agitazione dovrà essere sottoposta al vaglio dell’Autorità di garanzia per gli scioperi che ha comunque la facoltà di chiedere la precettazione dei lavoratori. E, in caso di assemblee organizzate in violazione della 146 – che quindi si configurano come forme anomale di sciopero – i sindacati coinvolti rischiano anche una sanzione da parte del Garante.

Ieri, intanto, in un’intervista alla Stampa il ministro Franceschini torna sul caso del Colosseo chiuso e sottolinea: “nessuno vuole toccare i diritti sindacali ma bisogna tutelare anche utenti e turisti. L’assemblea che ha bloccato il Colosseo e i Fori Imperiali per una mattinata era autorizzata secondo le regole attuali e il pessimo risultato è sotto occhi di tutti. È indispensabile cambiare le regole. Il settore così non funzionava e non si poteva più andare avanti sulla vecchia strada. Il governo sta affrontando questioni annose e strutturali: per la prima volta vengono integrate cultura e turismo, semplificando amministrazione periferica e ammodernando struttura centrale. Si cambia”.

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