Una governance inclusiva che valorizza il ruolo delle associazioni e del territorio; un nuovo logo che racconta storia, presente e futuro del museo; un sito internet che nasce da un investimento sulla digitalizzazione e l’innovazione; e un giardino, finalmente restituito alla comunità locale: il Museo Ginori di Sesto Fiorentino (Firenze) si è presentato nel corso della conferenza stampa al Ministero della Cultura alla presenza del ministro Dario Franceschini, del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, del dindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi e del presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia, Tomaso Montanari.
“Ho intenzione di proporre le risorse necessarie per completare il Museo Ginori entro la fine della legislatura, dando così certezza del finanziamento per coprire tutti i lavori previsti. Quella del Museo Ginori è una bella storia che, sono certo, sarà anche di grande successo. Intorno a questa collezione c’è stata una mobilitazione popolare vera e spontanea che ha indotto il Ministero della cultura a varare il recupero dei luoghi per il Museo e alla nascita della Fondazione”, ha detto il ministro Franceschini.
“Il patrimonio del Museo Ginori – ha spiegato Tomaso Montanari – tiene insieme alcuni apici della storia dell’arte italiana con la storia del movimento operaio. Mentre il Ministero della Cultura continua l’impegnativo recupero dell’edificio, la Fondazione inizia a svolgere il suo compito: raccontare questo insieme, che ha pochi paragoni al mondo. Per questo si è dotata di uno staff che le ha consentito di inventariare la collezione e ha affidato ad alcuni fra i migliori professionisti la creazione del logo e dell’immagine coordinata del Museo, e la realizzazione di un sito bello, accessibile e sostenibile. È il debutto in pubblico di una Fondazione che vuole tenere insieme in ogni passo la produzione e redistribuzione della conoscenza con la più ampia partecipazione delle cittadine e dei cittadini. Il Comitato sociale, vera innovazione nel panorama delle fondazioni culturali, permetterà di articolare in concreto questa missione”.
Il Museo custodisce tre secoli di storia del gusto e del collezionismo, rappresentando un unicum a livello internazionale grazie alla ricchezza e alla continuità storica del suo patrimonio, che racconta la storia artistica, sociale ed economica della più antica manifattura di porcellana ancora attiva in Italia. La sua collezione comprende circa 8000 oggetti in porcellana e maiolica databili dal 1737 al 1990, un’importante raccolta di modelli scultorei in cera, terracotta, gesso e piombo dal XVIII al XX secolo, lastre in metallo incise e pietre litografiche per la stampa dei decori, un archivio di documenti cartacei e disegni (300 dei quali appartenenti al fondo Gio Ponti), una biblioteca storica, una biblioteca specialistica e una fototeca.
Il Museo Ginori è ancora chiuso, ma ha già tante storie da raccontare. Per ascoltarle è online il primo nucleo del sito museoginori.org che a breve renderà fruibile a tutti il patrimonio artistico e documentale delle collezioni.
“Dopo l’acquisto del 2017 e la costituzione della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia nel 2019, vivo questo ulteriore passo con molta emozione – ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana – La salvaguardia e la valorizzazione di una collezione eccezionale e unica come questa, che possiede una storia costellata di figure importantissime sul piano dell’arte, dell’artigianato e della produzione industriale, rappresenta un fatto storico prima di tutto. Ma è anche un atto culturale di profonda civiltà: i manufatti Ginori sono diventati arte e come tali sono eterni, vivi e contemporanei purché lasciati in grado di raccontare. Quello che sarà fatto grazie al nuovo progetto e all’attività presentati oggi è una grande operazione con la quale la Toscana avrà un’altra occasione per parlare al mondo”.