Operatori disperati: corridoi turistici, passaporti sanitari e ristori per salvarci

Quando anche i dati di Bankitalia “certificano” lo tsunami che si è abbattuto sul turismo, il grido di dolore degli operatori e delle associazioni si leva all’unisono e mette nero su bianco per l’ennesima volta una situazione drammatica denunciata da tempo e rischia di tramutarsi in una catastrofe anche per i conti pubblici.

“La gente è spaventata e gli imprenditori sono rassegnati, sono due cose davvero tremende e il Governo deve invertire tutto questo velocemente. Abbiamo enorme preoccupazione anche sul 2021. Continuiamo ad appesantire i conti pubblici di debito cattivo e quando finirà l’emergenza ci troveremo con un rapporto debito-Pil 160 e con la crescita zero” dice all’ANSA Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi il cui Centro Studi nel 2020 registra una perdita di 236 milioni di presenze (-54,1% rispetto al 2019) e di 13,5 miliardi (-55%) di fatturato del settore ricettivo.

“Da marzo a dicembre – aggiunge il presidente di Astoi Confindustria Pier Ezhaya – noi tour operator e agenzie di viaggi stimiamo perdite superiori al 90%. Ma, un po’ polemicamente, dico che anche il Governo ha “aiutato” ad avere questi dati così negativi. In altri Paesi europei sono stati aperti dei corridoi turistici che hanno permesso alle aziende di aiutarsi con le proprie forze. Noi abbiamo avuto tutto chiuso. Capiamo la pandemia ma non capiamo perché da Francoforte e da Parigi si può andare alle Maldive e dall’Italia no”.

“Il settore, non fatturando niente, si sta spegnendo e sta morendo, il governo ha messo in campo qualche incentivo ma le aziende vanno sostenute ma immediatamente. Basta annunci e promesse, basta aspettare, il Governo ha preso degli impegni che vanno onorati subito, altrimenti queste aziende chiuderanno” dice con amarezza Luca Patanè, presidente di Confturismo Commercio e di Fto (Federazione Turismo Organizzato).

Sulla programmazione e sugli investimenti mirati del Recovery Plan chiede di puntare Assoturismo Confesercenti: “Il momento – spiega il presidente Vittorio Messina – è particolarmente delicato, con l’apertura della crisi di governo, serve grande senso di responsabilità da parte di tutti per traghettare il Paese fuori dalla crisi”.

“Esiste un vaccino e almeno tutti i vaccinati possono essere dotati di un passaporto sanitario o patente di viaggio, che consenta di girare in modo più libero e tutti quelli che ancora purtroppo non hanno avuto accesso al vaccino, possono comunque con i tamponi rapidi essere messi in grado di muoversi” dice la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli.

A picco anche le terme, come spiega Massimo Caputi, presidente di Federterme: “Il settore oltre agli aiuti in fase emergenziale ha bisogno di misure per favorire il rilancio della domanda interna e di un Progetto di sviluppo del turismo sanitario in Italia, di cui il termalismo può rappresentare uno dei segmenti fondamentali”.

“Il disavanzo di spesa turistica internazionale – dice Ivana Jelinic di Fiavet – si farà sentire ancora di più nel 2021. Bisognerà necessariamente trovare metodi diversi per tutelare nello stesso tempo sanità e economia. Occorrono aperture di corridoi tra Paesi e passaporto sanitario”.

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