Le sedi distaccate dei ministeri delle Riforme, della Semplificazione, dell'Economia e del Turismo, voluti dalla Lega e aperti nella Villa Reale di Monza, devono chiudere per decisione della magistratura. Il giudice del Lavoro di Roma Anna Baroncini ha infatti dichiarato "antisindacale" il comportamento della Presidenza del Consiglio nell'istituzione degli uffici ministeriali a Monza e ha ordinato di "rimuovere gli effetti" della decisione. Ma la Lega punta i piedi e, con Bossi e Calderoli, assicura che gli uffici di Monza resteranno aperti.
Del resto gli uffici sono rimasti aperti il giorno dell'inaugurazione, il 23 luglio scorso, poi il primo settembre quando sono diventati "ufficialmente" operativi e qualche altra rara volta come, per esempio, un paio di settimane fa, quando il Pd della Brianza ha incontrato il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli per illustrargli i problemi del territorio.
I 150 metri quadrati (due uffici: uno per Bossi e l'altro in condivisione tra i ministri Calderoli, Tremonti e Brambilla) sono rimasti pressoché deserti: Bossi, così come Michela Vittoria Brambilla e Giulio Tremonti, ha varcato i cancelli di Villa Reale solo il 23 luglio.
Soddisfatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno che ha sempre contestato la decisione di aprire le sedi a Monza: "Non era necessaria una sentenza del Tribunale per capire come l'apertura di sedi a Monza fosse incongrua e illegittima". Per la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, "aprire uffici a Monza è stata una trovata mediatica, i ministeri continuano ad operare a Roma e così deve continuare ad essere".
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