Draghi, sirene e capretti: sulle tracce delle leggende polacche


La Polonia è una terra che incanta non solo per le sue città d’arte, i paesaggi naturali e le tradizioni, ma anche per le sue leggende popolari che da secoli accompagnano la vita dei suoi abitanti. Racconti tramandati tra le generazioni che hanno plasmato l’immaginario collettivo e oggi vivono ancora nelle statue, ponti, orologi e fontane che nascondono storie curiose e personaggi fantastici.

La Sirena di Varsavia e le origini della città

Varsavia deve la sua leggenda fondativa a una sirena. Si racconta che, nuotando dal Baltico lungo la Vistola, la creatura rimase affascinata dalla bellezza della città e decise di stabilirsi sulle sue rive. Rapita da un mercante senza scrupoli, fu salvata dai pescatori, ai quali promise eterna protezione. Oggi la Sirena la si può vedere ovunque: nello stemma cittadino, nelle statue della Città Vecchia, lungo il fiume e persino nei mosaici e nelle lanterne che decorano le vie.

Tre poi sono le versioni più diffuse della nascita di Varsavia: c’è chi narra che due pescatori, Wars e Sawa, accogliessero e aiutassero chiunque avesse bisogno ed è così che attorno alla loro capanna nacque un villaggio che prese il nome di Warszawa. Un’altra leggenda racconta invece che Sawa non fosse una donna, ma una sirena, liberata dalle reti del pescatore Wars; i due si innamorano e si stabilirono lungo le rive del fiume e nacque così un villaggio che con il tempo prese il nome di Warszawa. In una terza versione, si dice che un principe, smarrito durante una battuta di caccia, trovò rifugio presso una capanna lungo la Vistola dove viveva una donna con i suoi due figli, Wars e Sawa. Colpito dalla loro ospitalità, decise di aiutare la famiglia a costruire una nuova casa e lì nacque il primo nucleo abitato.

Il Drago di Wawel e il cavaliere Lajkonik, a Cracovia

C’è un drago che per secoli ha fatto tremare Cracovia. Si dice che vivesse in una grotta sulla collina dove oggi si erge il Castello Reale di Wawel e che terrorizzasse gli abitanti, fino a quando non fu sconfitto con l’astuzia da un giovane calzolaio di nome Dratewka. Oggi la sua leggenda rivive nella statua di bronzo che sputa fuoco davanti al castello. Le tracce del drago si ritrovano anche in altre zone della città: sul Tumulo di Krakus, nelle decorazioni della cattedrale e nelle piccole statuette di bronzo sparse per la città.

Cracovia non dimentica però il Lajkonik, figura leggendaria che ricorda le incursioni tartare del XIII secolo. Secondo la leggenda, un umile fiumarolo avrebbe indossato le vesti di un guerriero tartaro sconfitto e, cavalcando un cavallo finto, guidò la popolazione in una parata di vittoria. Da allora, ogni anno, nel giovedì successivo al Corpus Domini (a giugno), il Lajkonik percorre le vie della città con il suo costume colorato e la lunga barba nera, danzando tra la folla e portando fortuna a chi riceve un colpo del suo scettro dorato.

I capretti di Poznan e il cornetto di San Martino

Due capretti che si rincorrono e si urtano ogni giorno alle 12 sulla torre del Municipio sono tra i simboli più amati di Poznan. La leggenda narra che un cuoco, per rimediare a un pranzo non riuscito, tentò di cucinare due capretti rubati, ma gli animali, più furbi di lui, riuscirono a scappare e si arrampicarono sulla torre. Da allora, ogni giorno a mezzogiorno, i capretti escono dall’orologio e ripetono il loro ‘duello’.

Un’altra leggenda riguarda il celebre cornetto di San Martino IGP, oggi simbolo inconfondibile di Poznan. La storia racconta che, alla vigilia della festa del patrono della città, il parroco invitò i fedeli a compiere un gesto di carità verso i più poveri. Quella notte, un pasticcere sognò San Martino a cavallo del suo destriero bianco e decise di creare un dolce che ricordasse la forma del ferro del cavallo. Nacque così il cornetto, ripieno di semi di papavero, frutta secca e mandorle, distribuito ai bisognosi e che, ogni anno l’11 novembre, viene celebrato in occasione di San Martino.

Il capretto di Lublino, simbolo di giustizia

Anche a Lublino questo piccolo animale è al centro di un racconto affascinante, divenuto parte integrante dell’identità cittadina. Si narra che, molti secoli fa, un giovane pastore venne accusato ingiustamente da un ricco nobile di rubare cavoli dal suo orto e decise quindi di portare il suo capretto davanti ai giudici cittadini. Durante il processo, l’animale si liberò e saltò sul banco dei giudici, facendo ridere tutti e smascherando la falsità delle accuse. Da allora il capretto è diventato un simbolo di protezione e di verità, la cui immagine si può ammirare nello stemma e nelle tradizioni locali.

Il Ponte delle Penitenze e gli gnomi di Breslavia

Breslavia è la città dei ponti, ma ce n’è uno che custodisce un’aura speciale: il Ponte delle Penitenze, conosciuto anche come “ponte delle streghe”, è legato a storie di giovani donne imprigionate per la loro frivolezza o condannate a vagare per aver anteposto i divertimenti al dovere.

A Breslavia però ci sono anche centinaia di minuscoli gnomi, le cui origini risalgono agli anni ’80, quando il movimento pacifico dell’Alternativa Arancione li scelse come simbolo di resistenza contro il regime. Quei piccoli spiriti ribelli, nati come graffiti notturni, hanno trovato casa nelle strade della città, trasformandosi in statue di bronzo che oggi contano più di quattrocento esemplari. Cercarli per la città diventa una vera caccia al tesoro.

La Fontana di Nettuno e i segreti del tempo a Danzica

Nel cuore di Danzica si erge la maestosa Fontana di Nettuno. La leggenda racconta che, irritato dai cittadini che gettavano monete d’oro nella sua vasca, il dio del mare le colpì con il tridente, frantumandole in polvere dorata. Da quella magia nacque l’ingrediente segreto del Goldwasser, il famoso liquore alle erbe con scaglie d’oro.

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