Sarà una maxi moratoria fiscale l’ultimo atto del governo per ristorare le imprese colpite dalla pandemia. A disposizione ci sono gli 8 miliardi di scostamento che il Parlamento si appresta a votare. Venerdì, al massimo sabato, arriverà così sul tavolo del consiglio dei ministri il decreto ristori quater, che sta assumendo sempre più le caratteristiche di un vero e proprio decreto fiscale. L’obiettivo è quello di approvarlo e pubblicarlo in Gazzetta Ufficiale entro il fine settimana, in modo da sospendere il pagamento degli acconti di Irpef, Ires e Iarp previsto lunedì 30 novembre. La sospensione delle tasse è infatti uno dei cardini del provvedimento, non più però legata ai settori produttivi e commerciali colpiti dalle restrizioni ma unicamente al danno subito.
Il governo, ha spiegato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ritiene “percorribile” un rinvio delle scadenze di fine anno “che vada oltre i settori dei codici Ateco direttamente interessati dalle misure restrittive, e lo estenda a tutte le attività economiche che hanno subito cali rilevanti del fatturato”. La dimensione del calo a cui legare lo stop resta però ancora da definire. Il Movimento 5 Stelle rema per una generalizzata diminuzione del 33%, sia per gli acconti che per le scadenze di fine anno. Per lo stop delle tasse di dicembre resta però ancora in piedi l’ipotesi di una più drastica contrazione del 50%. In questo modo il costo complessivo dell’operazione fiscale si aggirerebbe sui 4,8 miliardi a cui aggiungere anche lo stop del Preu, i 500 euro promessi da Giuseppe Conte ai lavoratori in cig per oltre 8 settimane e nuovi interventi a favore del settore cinematografico. A conti fatti il totale resterebbe poco al di sotto degli 8 miliardi, ma va considerata anche la questione sci.
Se, come probabile, il governo deciderà nel prossimo Dpcm di tenere gli impianti chiusi, i ristori concessi con il decreto ristori-bis potrebbero essere ampliati per il settore del turismo invernale, ha spiegato il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia. In base ai codici Ateco, al momento skilift e seggiovie possono contare sul 200% di quanto ottenuto con il dl rilancio e i rifugi montani il 150%. “I ristori saranno come sempre coerenti alle misure” che il governo prenderà, ha assicurato Gualtieri, secondo il quale non è però scontato che le misure possano finire nel dl quater. Come alternativa, potrebbe essere il Parlamento ad intervenire con un emendamento ad hoc, una volta che il nuovo dl arriverà al Senato e confluirà, come già i precedenti, nel decreto ristori originario.