Confcommercio prevede per il 2021 e 2022 una crescita del Pil, rispettivamente, del 5,9% e del 4,3%, leggermente inferiore a quella prevista dal governo per un +6% e un +4,7%. I dati sono stati ancipati da l presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel corso dell’Assemblea generale davanti ad una nutrita pattuglia di ministri di governo, tra i quali quello dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, della P.a, Renato Brunetta, del Turismo, Massimo Garavaglia. “La capacità di reazione della nostra economia è stata notevole, in tutte le sue componenti”, ha detto Sangalli, avvertendo però che la spesa per alberghi, bar e ristoranti, alla fine del 2021, sarà “ancora inferiore di circa 34 miliardi di euro rispetto al 2019” e che “nei primi sei mesi di quest’anno, le presenze complessive sono ancora inferiori di 115 milioni sempre rispetto al 2019 e, di queste, 77 milioni sono assenze di turisti stranieri”.
Sangalli è anche entrato nel dibattito sul salario minimo, bocciandolo come strumento per combattere il dumping sociale ed invitando, invece, a puntare sul Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. “La soluzione non è il salario minimo per legge” ma “è il contratto collettivo nazionale: quello stipulato da parti realmente rappresentative – che garantisce retribuzioni adeguate e un moderno sistema di welfare sanitario e previdenziale”.