Il covid non ferma gli investimenti negli hotel d’Europa

Oltre un terzo degli investitori è interessato a incrementare il proprio portafoglio di strutture ricettive in tutta Europa. Nonostante l’interruzione del settore turistico e dei viaggi, causato dalla pandemia, il 79% degli investitori attivi nel Vecchio Continente intende continuare a investire e, in alcuni casi, incrementare le acquisizioni nel settore Hotel. I risultati fanno parte di una survey di Cushman & Wakefield, che ha coinvolto oltre 50 tra i più grandi gruppi d’investimento attivi in Europa e nel settore alberghiero, comprendendo private equity, fondi immobiliari, REIT ed altri investitori istituzionali.

Gli investitori coinvolti hanno investito complessivamente oltre 26 miliardi negli ultimi 5 anni (2006-2020) acquistando oltre 660 alberghi con circa 130 mila camere, rappresentando circa un quarto del volume totale degli investimenti alberghieri in Europa. Dallo studio emerge poi che anche a seguito della pandemia, gli investimenti in resort sono diventati più attraenti per il 70% degli investitori che prevedono una ripresa più rapida per questo segmento di mercato. In Italia, Roma guida la classifica delle città italiane più ricercate dagli investitori alberghieri, seguono Firenze, Milano e Venezia.

“In futuro il nostro Paese sarà sempre più appetibile in particolar modo come destinazione leisure, per cui ci si aspetta una ripresa più veloce rispetto ad altre asset class. L’85% degli investitori intervistati, infatti, ritiene che per il 2023 le performance torneranno in linea con i livelli del 2019”, evidenzia Dario Leone, partner e responsabile del Team Hospitality Italiano di Cushman & Wakefield.

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