martedì, 3 Dicembre 2024

Sicurezza, qualità, privacy, igiene e libertà: parole d’ordine del turista cinese post coronavirus

(di Giancarlo Dall’Ara) Cina. In questi giorni 80 milioni di cinesi sono in viaggio per le feste dell’1 maggio. Dopo le feste di Qingming (4-6 aprile), che hanno visto un primo tentativo di ripresa del turismo interno, con circa 43 milioni di cinesi in vacanza, diverse destinazioni si sono attrezzate per ospitare i nuovi pionieri del turismo cinese. E’ il caso di Hangzhou, Suzhou e poi Sanya nell’isola di Hainan. E assieme a loro Shanghai, Nanchino, e Lijiang, città dei ponti nella provincia dello Yunnan, e Moganshan, località immersa nel verde a 200 km da Shanghai.

L’OTA Lvmama segnala che sono molto popolari anche le richieste per le destinazioni “natura” e i parchi, e che gli alloggi preferiti dai suoi utenti sono alberghi piccoli e resort con poche camere. Gli ingressi delle principali attrazioni cinesi avvengono solo su prenotazione e non superano il 30% della capacità ordinaria. Tra le eccezioni la Città Proibita di Pechino che limita a 5mila i visitatori quotidiani, rispetto agli 80 mila abituali.

Analizzando le prenotazioni effettuate e le prime stime, emerge qualche dato interessante sul turismo di questa nuova fase: i gruppi saranno più piccoli, i viaggi più brevi, e comunque all’interno della provincia, e sono registrati in forte crescita i viaggi dei giovani e dei giovanissimi. E l’auto si conferma come il mezzo più utilizzato.

Per descrivere le aspettative della domanda cinese le parole chiave sono: sicurezza, qualità, privacy, igiene e libertà.

Alcune compagnie aeree hanno cercato di recuperare clienti, e per alcune rotte, China Southern Airlines offre tariffe che vanno dal 10 al 20% del prezzo ordinario. China Express invece ha delle offerte speciali per prenotazioni che garantiscono una buona distanza dagli altri passeggeri: “6 posti vuoti al costo di uno”.

Anche se un confronto con i 195 miioni di cinesi in viaggio lo scorso anno non è proponibile – l’industria del turismo cinese, che secondo i dati ufficiali genera, assieme all’indotto, 100 milioni di posti di lavoro – non intende perdere questa occasione in vista delle vacanze estive.

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