sabato, 16 Novembre 2024

Da marzo riprendono i viaggi organizzati per Timbuktu, anche dall’Italia

Dopo tre anni Timbuktu riapre al turismo. La porta leggendaria del Sahara, storico snodo dei traffici carovanieri di oro e schiavi, riapre i suoi vicoli misteriosi e le sue incredibili moschee ai turisti.   

Da circa un anno, in città si respira un clima di normalità e sicurezza, arrivano viaggiatori stranieri e già a partire da marzo anche dall’Italia partiranno viaggi con itinerari in Mali, che si spingeranno fino al regno degli uomini blu del deserto, i tuareg.

Timbuktu, nonostante i colpi della storia e della recente occupazione di miliziani di Al Qaida, respinti nel 2012 da un intervento armato francese, conserva ancora lo splendore e il fascino del suo grande passato. A sbalordire i visitatori ci sono le tre moschee storiche Djingareiber, Sidi Yahiya e Sankoré, gli antichi portali, le case dei primi esploratori, il pozzo costruito nel punto in cui, mille anni fa, una donna tuareg – narra la leggenda – trovò l’acqua che ha dato ricchezza e potenza alla città del deserto. E poi ovviamente i tuareg, il popolo del deserto.   

“Nel classico tour del Mali, che solitamente tocca luoghi di una bellezza assoluta come il Pays Dogon e Djenné, torna finalmente ad aggiungersi, dopo un digiuno di oltre tre anni, Timbuktu, con due giorni aggiuntivi di viaggio – spiega Caterina Manca di Villahermosa, operatrice turistica della Kanaga tours, con sede a Bamako – Timbuktu è sul serio la porta del deserto, lontana da tutto, sperduta alla fine di una bellissima pista di terra battuta, tra falesie rocciose erose del vento. E dietro a Timbuktu – conclude – cominciano le dune del Sahara”. 

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