A breve anche i turisti italiani potranno richiedere i “visti elettronici” (“e-visa”) per visitare l’India. La Penisola insieme a Regno Unito, Spagna, Francia, Cina e Malaysia “sono state segnalate – ha detto il segretario al Turismo Lalit Panwar – al dipartimento del ministero degli Interni perché le inserisca nella lista dei Paesi che possono ottenere e-visa”.
Dallo scorso autunno, i cittadini provenienti da oltre 40 nazioni, tra cui Stati Uniti, Australia, Russia e Israele, possono beneficiare di un sistema semplificato che prevede il rilascio del visto di ingresso turistico all’arrivo dopo aver presentato una richiesta on-line alle autorità consolari indiane (senza quindi recarsi fisicamente).
Il visto elettronico ha una validità di 30 giorni e consente lo sbarco nei principali nove aeroporti internazionali, tra cui New Delhi e Mumbai. L’introduzione degli e-visa avrebbe già portato, secondo fonti ministeriali, a un netto aumento dei flussi turistici.
Negli ultimi 75 giorni le autorità indiane hanno emesso 65 mila visti elettronici, ovvero circa mille al mese. Di conseguenza, a dicembre è stato registrato un balzo di oltre il 400% degli arrivi rispetto allo stesso mese del 2013.
Dunque, sembra che il provvedimento abbia portato i primi frutti se si considera che da un paio di anni il turismo in India è in crisi a causa della recessione in Europa e ora anche del crollo del rublo in Russia, ma anche per la paura delle violenze sessuali e, non da ultimo, per le lungaggini burocratiche per ottenere i visti di ingresso.