Parigi regina dei Giochi consacrati nel segno dell’inclusione ma che nella vita di tutti i giorni sarebbe inaccessibile agli atleti paralimpici in gara. Molte le lamentele sui trasporti e in particolar modo sulle metropolitane: spesso un percorso di guerra anche per gli altri passeggeri, costretti a trascinare valigie lungo interminabili scale, o affrontare pericolose discese.
Sono poche le linee accessibili a chi ha un handicap, appena 29 su 320, meno di una su dieci. Spesso, chi ha un problema di mobilità ha una sua mappa della metropolitana segreta, per cambiare treno e scendere in una stazione più lontana dalla meta ma fornita di ascensore. I Giochi dell’inclusione non hanno potuto fare granché per rendere accessibili a tutti le 14 linee del metro cittadino più le altre
della RER, la rete regionale che va in banlieue macinando centinaia di chilometri. Le linee più moderne, come la 14, che attraversa la città e – dall’inaugurazione delle Olimpiadi – raggiunge l’aeroporto di Orly, è l’unica completamente inclusiva.
Ma per le altre, come ha detto in una recente intervista la presidente della regione Ile-de-France, Valérie Pécresse, il metrò “resta il punto debole” dei trasporti parigini in termini di accessibilità. Sono inclusivi gli autobus, tutti accessibili in sedia a rotelle, ma il volume dei passeggeri trasportati è incomparabile, il bus resta un mezzo per chi non ha fretta, per i turisti, per pochi.