Sviluppo inclusivo delle destinazioni, nasce una nuova figura


Si chiama ‘Sustainability Manager for Tourism Destinations’ ed è una nuova figura professionale che verrà formata a partire dal 2025 per accompagnare le destinazioni ad adottare un modello di sviluppo inclusivo, sostenibile e resiliente con al centro il benessere dei territori e dei visitatori, attraverso una gestione basata su approcci sistemici e partecipativi. Questa figura nasce in risposta alle nuove sfide del turismo grazie al progetto ‘WeNaTour’, sovvenzionato dal programma Erasmus+ e realizzato da 12 partner provenienti da 5 paesi, tra cui Etifor, B Corp e spin-off dell’Università degli Studi di Padova, promotore dell’iniziativa e responsabile del settore ricerca al suo interno.

Si tratta di un professionista dalle competenze trasversali e ibride, capace di creare e gestire piani di sostenibilità, coordinare investitori, coinvolgere comunità locali e mettere in atto azioni di rigenerazione non solo ambientale ma anche del tessuto economico-sociale. Il percorso formativo, gratuito e aperto a studenti e professionisti previa iscrizione sul sito wenatour.eu, prevede 4 diverse fasi. L’offerta didattica, oltre che preparare sulle complesse tematiche della gestione della destinazione, propone diversi temi innovativi, quali: la certificazione di sostenibilità come volano di sviluppo, i nuovi mercati emergenti che possono dare una visione nuova del turismo come pratica che rigenera comunità, ambiente e territorio, digitalizzazione del settore, turismo del benessere in natura e integrazione tra turismo e welfare aziendale. Le competenze acquisibili col progetto WeNaTour, che andranno a comporre la nuova figura professionale, spaziano dal management e problem solving alla costruzione di network multidisciplinari tra pubblico e privato, dalla capacità di leggere e interpretare fenomeni presenti e trend futuribili alla misurazione degli impatti delle iniziative create, dalla sperimentazione alla costruzione di best practice codificabili e replicabili.

Un’indagine di Etifor effettuata a supporto del progetto WeNaTour analizza il contesto e i trend del turismo che definiscono il perimetro d’azione del Sustainability Manager for Tourism Destinations. In particolare, crescono il turismo di prossimità e l’attenzione all’uso di mezzi di trasporto a basso impatto, il green care tourism, ovvero il turismo che riconosce la natura come fonte di benessere psicologico, fisiologico e sociale, la tendenza ad inserire il turismo come forma di welfare aziendale, il bleisure (business + leisure) con il 60% dei viaggiatori d’affari europei che prevede di unire lavoro e turismo nei prossimi due anni, e il nomadismo digitale, con impatti economici e sociali molto dibattuti, quali gentrificazione e aumento dei prezzi locali.

L’Europa è leader mondiale nell’offerta di visti per nomadi digitali a 19 Paesi. Tra i nuovi modelli di accoglienza che influiscono sulle scelte dei viaggiatori, si consolidano il turismo accessibile e flessibile accanto al turismo sostenibile e rigenerativo, ritenuto un driver importante dall’80% dei turisti (il 74% desidera più opzioni di viaggio sostenibili e certificate). Contestualmente, aumentano le ricerche di esperienze autentiche legate al territorio e si destagionalizzano i momenti di vacanza, spingendo le destinazioni ad adattare le proprie strategie.

Anche l’intrattenimento gioca un ruolo fondamentale nella scelta delle mete: l’impatto dei content creator è sempre più rilevante e il “set-jetting”, i viaggi ispirati da film e serie TV, sta guadagnando popolarità. Anche se aumenta la consapevolezza ambientale, i viaggiatori spesso non cambiano realmente il loro comportamento per via dei costi elevati o della mancanza di informazioni. Inoltre, alcune offerte turistiche si presentano come sostenibili senza esserlo realmente, aprendo le porte anche a fenomeni di greenwashing che possono gettare ombre e consolidare pregiudizi sull’intero comparto.

La strategia europea per la transizione del turismo a modelli più sostenibili prevede una gestione basata sui dati e sull’AI per monitorare e ridurre gli impatti oltre che per prevenire e gestire le crisi, ed è suddivisa in cinque aree: regolamentazione e governance pubblica, ovvero migliorare l’accesso ai dati e l’integrazione della sostenibilità nelle statistiche turistiche; supportare le PMI nel miglioramento delle competenze e delle infrastrutture sostenibili per dare forma alla transizione verde e digitale; promuovere strategie di turismo sostenibile nelle regioni remote e nelle regioni protette o danneggiate dagli eventi climatici per mettere in moto meccanismi di resilienza; incentivare investimenti pubblici e privati; monitoraggio e co-implementazione, cioè valutare i progressi della transizione e rivedere misure e obiettivi. Il nuovo percorso di sviluppo turistico europeo dovrà inoltre allinearsi alle principali strategie UE, come la EU Strategy for Sustainable Tourism, il Transition Pathway for Tourism, il Green Deal e l’Agenda Digitale, l’Agenda 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).