Per il secondo anno consecutivo la capitale austriaca Vienna si conferma come la città perfetta in cui vivere. Secondo il recente report stilato dalla Economist Intelligence Unit, Vienna batte l’agguerrita concorrenza delle città australiane, ottenendo il punteggio di 99,1 e precedendo nell’ordine Melbourne, con un punteggio di 98,4, e Sydney, con un punteggio di 98,1.
Tra le migliori dieci città della classifica dell’Economist, oltre a Vienna e alle metropoli dell’Australia, troviamo anche altre tre città del Canada, due del Giappone mentre l’unica altra città del Vecchio Continente presente è Copenaghen, capitale della Danimarca.
Ambiente, cultura, trasporti ma non solo: Vienna primeggia anche per infrastrutture ed eventi sportivi con i suoi numerosi stadi e alcune manifestazioni di livello internazionale ospitate negli ultimi anni come l’EPT.
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L’indice dell’Economist Intelligence Unit ha misurato la vivibilità di quasi 150 città del mondo, analizzando circa trenta fattori qualitativi e quantitativi, riassunti in cinque grandi categorie, ponderate così: sicurezza (25%), assistenza sanitaria (20%), cultura e tematiche ambientali (25%), istruzione (10%) e infrastrutture (20%). Lo score viennese è stato pressoché perfetto.
Indici di criminalità più elevati e infrastrutture non ai primissimi livelli hanno di fatto spinto alcune città maggiori come New York, Parigi e Londra più giù in classifica, nonostante le stesse siano capitali mondiali per luoghi di interesse culturale e culinario. In generale, rileva lo studio dell’Economist, i punteggi sono aumentati rispetto allo scorso anno. Ventisette tra le città in classifica hanno migliorato il proprio indice di vivibilità secondo i calcoli dell’EIU, mentre quindici hanno visto sensibilmente diminuire i propri punteggi.
Il balzo in avanti in classifica migliore è della città di San Juan, capitale di Porto Rico, che è passata dal sessantanovesimo posto al ventesimo, questo in virtù degli investimenti fatti in materia di sanità e per risanare strade ed edifici successivamente alla devastazione degli uragani Irma e Maria di due anni fa.
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Tra le top ten, Sydney è l’unica città che ha recuperato posizioni in classifica (due, dal quinto al terzo posto) grazie ad un miglioramento avuto nel settore dell’impatto ambientale. La “città di smeraldo” è al lavoro da tempo per contrastare gli effetti del cambiamento climatico in atto, con un piano speciale di interventi denominato “Sustainable Sydney 2030”. L’altra faccia della medaglia è, invece, relativo al peggioramento dei dati relativi all’inquinamento atmosferico che ha portato la metropoli indiana di New Delhi a scendere di sei posti, fino al centodiciottesimo gradino della classifica, così come è scesa di due posizioni la città egiziana del Cairo.
Honolulu, la città più popolosa delle isole Hawaii, è la prima città degli Stati Uniti presente in classifica (al ventiduesimo posto); seguono Atlanta, Pittsburgh, Seattle e Washington tra le prime quaranta posizioni mentre New York è al cinquantottesimo posto. La Grande Mela ha avuto buoni voti, soprattutto in campo culturale, ma a pesare in negativo sono stati i riscontri in materia di sicurezza (criminalità e pericolo terrorismo) e infrastrutture. Anche Parigi, come detto, ha subito un crollo, dovuto soprattutto alle proteste dei gilet gialli che tengono in scacco la capitale francese ormai da oltre quaranta settimane.
Restando in tema, vince la palma di città più sicura al mondo la metropoli giapponese di Tokyo. Nella città del Sol Levante vi sarebbe, secondo lo studio dell’Economist, il più basso tasso di criminalità tra città prese in esame; inoltre, i suoi palazzi e le sue infrastrutture sono stati realizzati in modo da resistere meglio ai disastri naturali e anche a livello informatico, il rischio che i dispositivi multimediali degli abitanti di Tokyo vengano colpiti da virus o malware risulta relativamente basso.
C’è anche un’anti-classifica, ovvero la graduatoria delle città meno vivibili del mondo secondo il report dell’Economist. Al primo posto troviamo la capitale siriana Damasco, devastata da una guerra che va avanti ormai da anni; al secondo posto Lagos in Nigeria, seguita da Dacca in Bangladesh, da Tripoli in Libia, da Karachi in Pakistan, da Port Moresby in Papua Nuova Guinea, da Harare in Zimbabwe, Douala in Camerun, Algeri in Algeria e Caracas in Venezuela.