Alberghi diffusi, ecco il report 2006

In media hanno meno di 30 stanze, il 75% si trova nei centri storici

Presentati i dati riguardo il monitoraggio annuale degli alberghi diffusi nel corso della Giornata nazionale dedicata a questa forma di ospitalità alberghiera a sviluppo orizzontale, che permette di valorizzare e recuperare i centri urbani e storici del Belpaese. Dal rapporto emerge che gli AD risultano presenti in Friuli, Sardegna, Molise, Puglia, Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Sicilia e Umbria. Circa il 75% si trova nei centri storici, il 35% è presente in Comuni aventi fra i 1000 e i 5000 abitanti, mentre il 31% in località con meno di 1000 residenti. Inoltre il 45% è dislocato in oltre dieci edifici, il 22% si trova fra i sei e i dieci edifici, il 7% coinvolge solo due edifici; le camere si trovano a non oltre 500 metri di distanza dai servizi in due strutture su tre; il 25% offre un ambiente autentico; la ristorazione è sempre legata al territorio di riferimento; l’86% dà agli ospiti anche la disponibilità di locali adibiti a servizi comuni. L’albergo diffuso nel 90% dei casi non ha più di cinque anni ed è di dimensioni contenute, ossia con meno di 30 camere. “L’albergo diffuso – sostiene Giancarlo Dall’Ara, consulente di Gda, società promotrice dell’iniziativa – è un po’ casa e un po’ albergo, per questo si rivolge ad una domanda interessata a soggiornare in un contesto urbano di pregio, a vivere in contatto con i residenti, più che con gli altri turisti, pur usufruendo dei normali servizi alberghieri, come la colazione in camera o il servizio ristorante. Inoltre – conclude Dall’Ara – è particolarmente adatto per recuperare e valorizzare vecchi edifici chiusi e non utilizzati”. Il prossimo obiettivo è tentare la strada dell’internazionalizzazione di questo modello, esportando la formula tutta italiana negli altri paesi europei.

editore:

This website uses cookies.