Alitalia/2, nuova rottura con il sindacato

Senza l’intervento del Governo si va alla paralisi annunciata per il 29 settembre

Nuova rottura fra Alitalia e sindacati. Adesso solo un intervento del Governo potrebbe scongiurare la paralisi del trasporto aereo programmata per il 29 settembre. Il tavolo di confronto fra azienda e organizzazioni dei lavoratori è saltato e non c’è stata neppure la riunione dei ministri interessati al dossier Alitalia assieme a Prodi, annunciata dal ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. Sul fronte sindacati, quello che doveva essere un riavvicinamento e una ripresa di dialogo con Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Sult, si è invece rivelato l’ennesimo muro contro muro. Nella sede di Assaereo, dove si è svolto l’incontro non si è presentato il numero uno della compagnia, Giancarlo Cimoli, e neppure il responsabile delle Risorse umane. Le idee dei sindacati erano chiare: ottenere la revoca o, in subordine, la sospensione delle procedure di cessione dei rami di azienda Information Technology e gestione amministrativa “perché illegittime dal punto di vista giuridico e sindacale, in quanto in violazione degli accordi di palazzo Chigi di cui il governo è stato firmatario e garante”. Ma l’Alitalia – come riferito dai sindacati – ha risposto picche. L’azienda ha solo comunicato di voler mantenere il 51% delle società in cui il 49% sarebbe rispettivamente di Eds e Accenture e lo ha fatto limitandosi a riferire a parole le proprie intenzioni. Per questo i sindacati hanno chiesto all’Alitalia un altro incontro per mettere nero su bianco. Intanto al governo esperti del trasporto aereo starebbero lavorando a piani alternativi a quello di Cimoli. Denominatori comuni: il consolidamento della compagnia su Roma, alleanze con vettori nazionali sul mercato domestico e impiego delle risorse finanziarie per lo sviluppo sui mercati internazionale e intercontinentale. Accanto a questo lavoro, si starebbero cercando imprenditori disposti a investire nella compagnia.

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