Ciset: 2004, gli stranieri sono tornati nelle città d’arte

Le entrate turistiche sono cresciute del 3,8%, bilanciando il calo di italiani

L’Italia piace ancora. Anzi, piace sempre di piu’, soprattutto l’Italia dell’arte che raccoglie quote di mercato perse da quella balneare. In generale dopo la flessione del 2003 i turisti internazionali sono tornati a concretizzare con viaggi e soggiorni i loro sogni italiani: spendendo mediamente 88 euro al giorno, nel 2004 hanno fatto aumentare del 3,8% rispetto all’anno precedente le entrate per turismo passate da 27.605 a 28.665 milioni di euro. Per contro sono gli italiani a viaggiare di meno manifestando il vizio di rinviare la decisione di acquistare il viaggio all’ ultimo momento con la speranza di strappare prezzi vantaggiosi. La nostra spesa turistica all’ estero e’ passata da 18.193 a 16.515 milioni di euro, un calo del 9,4% che ha portato al miglioramento del saldo della bilancia dei pagamenti turistica rispetto al 2003 (da 9.412 a 12.150 milioni di Euro, pari al +29,1%).
Cifre e valutazioni sono dell’Ufficio Italiano Cambi (Uic) e del Centro Internazionale Studi sull’Economia Turistica (Ciset) presentate ieri a Venezia nel corso della sesta conferenza Ciset-Uic sul turismo internazionale. Calamite dall’attrazione irresistibili si confermano le citta’ d’arte: la destinazione
con il maggior apporto di valuta estera rimane sempre Roma (3.732 milioni di euro), in aumento (5,4%) rispetto al 2003. Risultano in crescita Firenze (1.792 +11,7%) e Venezia (2.409 +1,9%), mentre Milano (2.502 milioni di euro, +0,1%) e’ rimasta ai livelli dell’anno precedente. A subire flessioni sono il turismo balneare e quello lacustre che hanno pagato le conseguenze della difficile congiuntura internazionale in modo decisamente piu’ netto, registrando una diminuzione del loro peso sul totale sia in termini di spesa (21,6% e 8,5%
rispettivamente) che di presenze (27,9% e 9,6%). Forse anche per colpa dei cosiddetti ”turismi emergenti” tra i quali spicca quello enogastronomico che ha raggiunto nel 2004 l’1% della spesa totale (164 milioni di euro) e ha superato 1,3 milioni di presenze. Le regioni che piu’ hanno beneficiato del combinarsi di questi fattori sono state in particolare il Lazio, la Lombardia, il Trentino Alto Adige e al Sud, la Sicilia. Ma non tutte le aree italiane sono uguali davanti al turismo perche’ l’ economia turistica regionale ha registrato un’accentuazione della concentrazione territoriale: le prime sei regioni (Lombardia, Veneto, Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige e Emilia Romagna) hanno incassato il 71% della spesa turistica internazionale e il 69% del valore aggiunto, contro percentuali che nel 2003 erano rispettivamente del 67,6% e del 66%.
Dal punto di vista dei paesi di provenienza degli ospiti la Germania si conferma la nazione che alimenta le maggiori entrate per turismo in Italia (23% del totale, +260 milioni di euro sul 2003) con flussi in aumento. Positivo e’ stato anche l’andamento delle spese dagli Stati Uniti (11,2%, +1.263), dal Regno Unito
(8,8%, +362), dall’Australia (2,1%, +378). In decelerazione le spese dei viaggiatori dalla Francia (9,0%, -426) e dal Giappone (1,4%, -366 milioni di euro).

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