Confindustria: Montezemolo, è ora di puntare sul turismo

Nel discorso programmatico del nuovo presidente più attenzione per il Sud

”E’ giunto il momento di rivolgere un’attenzione diversa e organica al turismo, considerandolo un settore chiave di sviluppo e di opportunità imprenditoriali e,
quindi, occupazionali”: a farsene carico è il presidente designato di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, nel discorso programmatico pronunciato ieri davanti alla Giunta di Confindustria. ”Nel mondo produttivo – spiega Montezemolo nel capitolo dedicato a Industria a servizi – non ci sono solo le ciminiere, e ve lo dice uno che ha la propria scrivania dentro la fabbrica. Da tempo si stanno assottigliando le barriere tra i settori
produttivi. E ciò, non solo per la logica delle partecipazioni incrociate tra imprese, ma perchè sempre più le imprese sono orientate al mercato e devono servire il cliente finale con una quota di servizio che si accompagna al prodotto. E’ insomma la società industriale che si salda progressivamente con la
società dei servizi”. ”Ma nel nostro Paese – prosegue il presidente Ferrari – un ruolo determinante è giocato dalla cultura, che rappresenta un patrimonio da cui derivano molte nostre eccellenze e che può produrre reddito e ricchezza se ben preservato e ben valorizzato. Anche queste attività sono considerate servizi, ad altissimo contenuto tecnologico e di valore inestimabile. Un
valore che ci riconosce il mondo intero e che va accresciuto, oltre che conservato. Un valore che – sostiene Montezemolo – produce reddito e che andrebbe promosso con maggiore sensibilità’. Da qui l’invito ad investire nel turismo ”considerandolo un settore chiave di sviluppo e di opportunità imprenditoriali, non più concepito come mera capacità ricettiva, ma avviato a
fare di tutto il Paese un ambiente capace di attrarre cittadini e imprese di tutto il mondo”. Per Montezemolo, ”avere la disponibilità di un prodotto non è sufficiente per venderlo. Dobbiamo ammettere che non abbiamo saputo ‘vendere’ il nostro prodotto-turismo, non tanto in termini di masse di visitatori,
quanto in termini di qualità e, quindi, di valore percepito e pagato da parte del consumatore. Questo vale per tutto il Paese, ma soprattutto per il Mezzogiorno che nel turismo è, paradossalmente, più indietro del Centro-Nord, malgrado quanto si possa credere e malgrado lo straordinario valore storico,
artistico e paesaggistico che nessun cinese potrà mai copiare”.

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