Machu Piccu, due famiglie rivendicano la proprietà del sito

Dopo la battaglia legale con lo Stato peruviano, pronti a rivolgersi all’Unesco

Dura da almeno sette anni l'azione legale nei confronti dello Stato intrapresa da due famiglie peruviane che sostengono di essere proprietarie di Machu Picchu, secondo presunti atti di vendita risalenti al 1910. Ma ora, visto che i processi vanno per le lunghe, e le autorità locali sbandierano che i terreni sono registrati a nome del municipio nel catasto pubblico e che un decreto del 1822, stabilisce che tutte "le vestigia storiche" appartengono allo Stato, ora hanno minacciato di ricorrere all'Unesco. "L'Unesco deve sapere che le autorità non adempiono con la legge sul patrimonio e, inoltre, non proteggono adeguatamente Machu Picchu", ha detto Fausto Salinas, il legale delle famiglie Abril e Zavaleta.
A quanto pare, fu un membro della famiglia Abril, nel 1910, ad acquistare, a cambio di oro, l'insieme del sito archeologico, meta di centinaia di migliaia di turisti all'anno, al 90% stranieri. Gli Abril, nel 1944, hanno ceduto ai Zavaleta i terreni ma non i resti archeologici. La vicenda è anche balzata sui social network che definiscono 'totalmente locos', assolutamente pazzi, i presunti proprietari di Machu Picchu che "si fanno rubare i soldi dai legali" per "una delle più grandi meraviglie del mondo che è proprietà di tutti i peruviani".

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