Maxi causa per sindrome da classe economica

Interpellata l’Alta Corte di Londra per decessi da trombosi

Le principali linee aeree del mondo sono da oggi sul banco degli imputati: all’Alta corte di Londra è iniziata una causa senza precedenti nel Regno Unito, le cui ripercussioni per viaggiatori e vettori sono potenzialmente enormi. Cinquantasei persone, vittime o parenti di vittime di trombosi delle vene profonde, si sono rivolte al tribunale londinese affinché venga riconosciuta la responsabilità legale delle linee aeree nei casi della cosiddetta sindrome della classe economica. Ognuno di loro ha una triste storia da raccontare. Timothy Stuart, di Llandmartin, in Galles, ha perso la donna che voleva sposare: a soli 28 anni Emma Christoffersen è morta di trombosi dopo un viaggio di 20 ore dall’Australia. David Pearcy è rimasto vedovo dopo 35 anni di matrimonio:
era partito dal Regno Unito per Dallas con la moglie Christine, ma il lungo viaggio in aereo le fu fatale. La prima fase di udienze durerà tre giorni, nei quali l’obiettivo dell’accusa è dimostrare che la trombosi delle vene profonde può essere definita un incidente secondo i termini della Convenzione di Varsavia del 1929 sul trasporto aereo. La sindrome della classe economica, ha sottolineato l’avvocato Cakebread, “non colpisce raramente e a sorpresa”: “Siamo alle prese – ha detto – con decessi e disturbi frequenti al punto da essere statisticamente prevedibili”. La convenzione, che in passato è stata impugnata dalle stesse linee aeree, è stata scritta “ai tempi del biplano”, ha ricordato Cakebread, ovviamente molto prima che la sindrome della classe economica fosse identificata. “Non è possibile che i suoi autori avessero intenzione di esonerare i vettori in casi in cui problemi fisici, o addirittura decessi, sono causati da loro azioni od omissioni”. Un portavoce della British Airways, chiamata in causa assieme a Qantas Airways, Virgin Atlantic, Delta Airlines, American
Airlines, Singapore Airlines, Cathay Pacific, KLM e diverse altre compagnie, ha sottolineato che “un collegamento specifico tra viaggi in aereo e trombosi delle vene profonde non è mai
stato scientificamente provato”. Secondo le vittime e i loro parenti la situazione è ben diversa: “Io credo che le linee aeree siano da tempo al corrente dei rischi e che non ci abbiamo mai detto nulla”, ha sottolineato Pearcy. A quante pare, però, non è solo un problema che riguarda chi viaggia in aereo per lunghi percorsi: la trombosi delle vene profonde è stata sospettata anche per chi sta al volante per ore. L’allarme è stato lanciato recentemente dall’Automobilclub inglese che
raccomanda a chiunque affronta lunghi viaggi in auto di fare una piccola sosta almeno ogni due ore.

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