Riapre il Lapidario estense di Modena

Investimento complessivo di un miliardo e 240 milioni delle vecchie lire

Dopo vari anni di restauro (a cura della Soprintendenza di Modena e Reggio Emilia) e un investimento complessivo di un miliardo e 240 milioni di vecchie lire, con fondi provenienti dal gioco del lotto, ha riaperto il Museo Lapidario Estense, al Palazzo dei Musei di Modena. Non si tratta di un museo ‘tradizionale’, quanto di una ricca collezione di sarcofagi marmorei, lapidi ed altre testimonianze in particolare dell’epoca romana, che si visita liberamente nel quadriportico dell’antico Palazzo. Istituito nel 1828 per volontà del duca di Modena Francesco IV d’Austria Este, il Lapidario fu per la città la prima raccolta archeologica di carattere pubblico, originariamente formata da un piccolo nucleo di reperti provenienti da Roma e da Brescello, acquistati dai duchi d’Este a partire dal XVI secolo, e da monumenti e attestazioni epigrafiche di età romana e medievale di provenienza locale. La collezione si incrementò per le donazioni dello stesso duca, del vescovo e del capitolo della cattedrale, del Comune, del Collegio dei Nobili e dell’aristocrazia modenese.

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