Rinasce il Decumano di Ostia antica. Franceschini: seguire modello Pompei

Dopo Pompei è Ostia Antica il parco archeologico su cui convogliare fondi ed energie. Magari con l’aiuto di un mecenate per garantire fondi continui. La pensa così il ministro della Cultura e del Turismo Dario Franceschini in visita presso l’area del Decumano appena restaurata.

“Penso che, come è avvenuto per altri luoghi d’Italia, il Colosseo o l’Arena di Verona, se una grande azienda italiana decidesse di legare il suo nome a Ostia Antica fa del bene a se stessa e al Paese”, ha spiegato Franceschini aggiungendo che “dopo aver recuperato una grande credibilità di fronte all’Europa e al mondo con il superamento della crisi e il rilancio di Pompei, vogliamo lavorare in fretta per impostare con l’Ue un piano per avere risorse che consentano permanentemente di fare manutenzione e valorizzazione del sito di Ostia Antica, anche per quello che riguarda le strutture di collegamento e accesso”.

Un piano che comprenda, non solo il sito, ma anche i collegamenti: “il collegamento con Roma avviene via treno e via fiume, che è una cosa bella e affascinante, ma il collegamento via treno è una cosa fondamentale su cui si può investire moltissimo, insieme al Comune alle Ferrovie dello Stato e alla Regione”, spiega il ministro.

Intanto, è rinato il Decumano, la via che attraversava in direzione est-ovest Ostia Antica. Adesso i visitatori potranno ammirare 187 ambienti restaurati, posti sulla sinistra della via: monumenti pubblici e privati, terme e botteghe commerciali. I fondi stanziati, interni al ministero, ammontano a circa 1,8 milioni di euro per la riapertura al pubblico di 13 mila metri quadrati di edifici restaurati, 670 metri lineari salvati dalla copertura boschiva con quattro anni di lavoro. Gli ambienti sono stati liberati dalla vegetazione infestante e riportati alla luce.

La direttrice del Parco Archeologico Mariarosaria Barbera auspica che il sito possa essere inserito nella lista dei luoghi patrimonio dell’Unesco e Franceschini risponde: “le procedure sono diventate molto più difficili e tra l’altro l’Italia ha già il numero massimo di due l’anno e poi richiedono progetti più complessi di un sito unico. I nostri uffici ci stanno lavorando e andrà inserito in un percorso un po’ più ampio”.

 

 

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