Terrorismo, la Thailandia ammette “problemi interni”

Riconosciuta per la prima volta l’esistenza di gruppi integralisti islamici

La Thailandia ha riconosciuto pubblicamente una presenza autoctona di militanti integralisti islamici, affermando che sta seguendo le tracce di un gruppetto di thailandesi con legami con organizzazioni terroristiche internazionali. Il primo ministro Thaksin Shinawatra, il cui governo finora aveva ripetutamente respinto le ipotesi che il Paese potesse essere obiettivo di attentati terroristici, ha ammesso l’esistenza di un problema interno dopo l’arresto nei giorni scorsi di due integralisti islamici thailandesi nella confinante Cambogia. ”Abbiamo continuato a pedinare coloro che hanno legami con gruppi terroristici internazionali, ma sono solo pochi e finora sono rimasti inattivi”, ha detto Thaksin in una conferenza stampa a Bangkok. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 negli Usa e la strage di Bali (Indonesia) del 12 ottobre scorso, i governi di Paesi vicini – Indonesia, Malaysia, Singapore – hanno lanciato un’offensiva contro i gruppi e i militanti integralisti islamici sospettati di legami con il terrorismo. Thaksin e il suo governo invece si erano rifiutati di ammettere che la minaccia riguardava anche la Thailandia, la cui economia dipende in gran parte dai dollari portati dal turismo internazionale. Circa sei milioni di thailandesi sono musulmani, su una popolazione di oltre 60 milioni in grande maggioranza buddisti.

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