Unionturismo sollecita la riforma dell’Enit

Fisanotti, Marchio Italia a rischio in mercato sempre più aggressivo

”Ulteriori ritardi nella riforma dell’ Enit causa danni irreparabili al turismo italiano perché provoca la perdita di competitività del Marchio Italia in un
mercato sempre più agguerrito”. Lo ha detto Gian Franco Fisanotti che ad Aosta ha riunito l’ ufficio di presidenza dell’ Unionturismo, l’ associazione nazionale degli enti pubblici e privati di promozione e accoglienza turistica.
L’ ufficio di presidenza si è riunito per valutare le risultanze del congresso nazionale di Realmonte (Agrigento) che dal 7 al 9 maggio ha rinnovato gli organi statutari. ”E’ necessario – si legge in un documento dell’ Ufficio di Presidenza – un immediato rilancio del turismo italiano che appare sempre più debole e non competitivo sul fronte dell’ offerta per la montagna e su quello dei meeting congressuali”. Per questa ragione, seguendo le linee di indirizzo del congresso, la Presidenza di Unionturismo chiede ”il rinnovamento radicale nella guida della Conferenza Stato-Regioni per quanto attiene al settore delle attività produttive”. Unionturismo sollecita poi ”una corretta applicazione della legge quadro n. 135/2001 con riferimento all’ istituzione dei
sistemi turistici locali riconosciuti da alcune Regioni”. Spiega Fisanotti: ”La giusta attribuzione alle Regioni a statuto ordinario della competenza primaria in campo turistico dovrebbe trovare applicazioni meno caotiche e più coese con le esigenze della accoglienza, della promozione e del marketing che
spesso vengono confuse con motivazioni di sottogoverno dovute alla sostituzione dei singoli assessori”. Unionturismo denuncia, infatti, ”lo smantellamento di modelli organizzativi efficienti e funzionanti (apt) per creare nuovi posti di
rappresentanza politica”. Unionturismo chiede poi maggiori risorse per il settore e per l’ Enit. ”Un grande comparto economico, che incide per 12% sul
Pil nazionale – sottolinea Fisanotti – non può essere sostenuto con risorse marginali o, peggio ancora, residuali, e nessuno, in questo momento difficile, può esimersi dal fare la propria parte: Stato, Regioni, Province, Comuni, il sistema delle imprese turistiche, ma anche quello delle imprese commerciali ed
artigianali i cui fatturati traggono cospicui benefici dal comparto turistico”.

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