Arenaways: possiamo resistere ma non troppo a lungo

La nuova compagnia ferroviaria attende per il 10 marzo il pronunciamento del Tar

"Possiamo resistere, ma non tantissimo. E se non ce la faremo ci saranno persone che resteranno senza un lavoro, altre che non potranno essere assunte. Ci sono tutte le cannoniere contro, ma siamo consapevoli di stare facendo una rivoluzione". E' un grido di dolore misto a orgoglio quello di Giuseppe Arena, amministratore delegato di Arenaways, società ferroviaria privata nata per operare sulla tratta Torino-Milano in concorrenza con le Ferrovie. Arena vuole continuare la sua battaglia in attesa del pronunciamento del Tar, atteso per il 10 marzo, e della conclusione dell'istruttoria avviata dall'Antitrust per abuso di posizione dominante.
I giudici devono esprimersi sulla richiesta di Arenaways di poter esaminare la documentazione prodotta da Trenitalia, in base alla quale l'Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari ha deciso di
limitare le fermate dei treni passeggeri ai soli capoluoghi di regione, quindi Torino e Milano.
Il bilancio dei primi tre mesi di Arenaways presenta una media di passeggeri pari a circa 110 al giorno e tra gli 800 e i mille a settimana.
"Sono numeri – ha sottolineato Arena – ancora lontani dal potenziale a causa degli orari concessi da Rfi, che di fatto tagliano fuori quasi tutti i viaggiatori della Torino-Milano, ma soprattutto per il divieto di effettuare le fermate intermedie". Per questo la società ha rimodulato l'offerta, richiesto nuove tracce e confermato le promozioni.

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