Italia spaccata in due per quel che riguarda il traffico ferroviario regionale. Al Centronord si investe, il servizio è migliorato e i passeggeri sono aumentati. Al Sud si taglia, il servizio è peggiorato e i passeggeri sono diminuiti. E’ il quadro tracciato da Pendolaria, il rapporto annuale di Legambiente sul trasporto ferroviario in Italia.
Complessivamente, nel 2018 i passeggeri dei treni del Belpaese sono aumentati, arrivando a 5,59 milioni al giorno in media. Un aumento del 7,9% dal 2014. Tuttavia, questo aumento non è per nulla omogeneo. In 9 regioni (soprattutto al Nord, ma anche in Puglia) e nelle Province autonome di Trento e Bolzano, i passeggeri sono aumentati.
In altre 10 regioni (soprattutto al Sud), sono diminuiti o rimasti invariati. La ragione per Legambiente sono i diversi investimenti. Dove si comprano treni moderni e si aumentano le corse, i cittadini scelgono i mezzi pubblici. Dove i treni rimangono vecchi e fatiscenti e si chiudono le linee, la gente finisce per usare i mezzi privati.
Pendolaria mette in luce come negli ultimi anni si sia investito molto sul trasporto ferroviario: Trenitalia ha ordinato 500 nuovi treni, le Regioni hanno messo in esercizio 410 nuovi convogli, altri 210 arriveranno entro il 2020. Ma la riduzione dell’età media dei mezzi è avvenuta soprattutto al nord e al centro. Al sud l’età media rimane di 19,2 anni. In questo inizio di secolo poi sono state costruite nuove linee ad alta velocità per 1.213 chilometri. Ma nel frattempo sono avvenute cancellazioni per 1.120 km e sospensioni in altri 321 km, con territori rimasti senza collegamenti ferroviari.
per leggere il rapporto clicca su https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/pendolaria2018_dossier.pdf