Nel 2020 crollo passeggeri marittimi: crociere -9,2%, traghetti -46,7%


Il 2020 è stato un annus horribilis per l’economia nel suo complesso e, particolarmente, per il settore dei trasporti. Non fa eccezione il comparto marittimo, dove il trasporto passeggeri ha visto i vari segmenti scontare profonde flessioni annue: crociere -9,2%, traghetti -46,7%, trasporti locali -49,2%.

Sono i dati contenuti nella prima edizione del Rapporto annuale sulla shipping industry, realizzato da Nomisma e presentato nel corso del webinar organizzato da Assarmatori con Conftrasporto e Confcommercio-Imprese per l’Italia, dal titolo “Lavoro marittimo e investimenti nello scenario post Covid: Shipping, un motore per la ripresa e per il lavoro”.

Nel corso del 2020 le imprese di navigazione, operanti servizi di collegamento insulare e nelle autostrade del mare nazionali e internazionali, hanno registrato su base annua una perdita di passeggeri del 56%, pari a una perdita di fatturato del 50%. Allo stesso modo, le imprese attive nei settori dei trasporti marittimi di corto raggio, prevalentemente insulari, hanno registrato una riduzione di passeggeri di circa il 53%, con conseguenti perdite di fatturato del 50% rispetto all’anno precedente. Crollo più consistente nel settore crocieristico, dove il 2020 si è chiuso con un totale di 796.800 passeggeri movimentati nei porti italiani tra imbarchi, sbarchi e transiti (-93,5% sul 2019, quando in Italia ne erano stati movimentati circa 12 milioni), un dato che ha riportato la movimentazione passeggeri ai valori del 1993.

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