domenica, 22 Dicembre 2024

Turismo via mare in crescita in Adriatico, ma lontani da 2019

Il 2023 sarà “in crescita rispetto al 2022 per tutto il ‘maritime tourism’ in Adriatico” ma siamo ancora lontani dai livelli pre Covid. “Cresce l’offerta, cresce la domanda, frutto di investimenti, di rapidità da parte degli operatori a riprendere gli assetti pre-pandemici, così come di desiderio da parte dei turisti di tornare a fare vacanza”. E’ quanto afferma Francesco di Cesare, presidente di ‘Risposte Turismo’ che ha realizzato il report diffuso in occasione dell’Adriatic Sea Forum di Bari.

“Tuttavia i volumi non torneranno quelli registrati nel 2019. Questo vale per la crocieristica, che in Adriatico sconta anche l’accesso limitato delle navi a Venezia, vale per il traffico traghetti e aliscafi che, se da un lato non mostrerà differenze rilevanti rispetto al 2019, continua a non accelerare sul fronte dei collegamenti disponibili, e vale per la nautica dal momento che il numero di strutture disponibili lungo le coste dell’Adriatico, nonché il potenziale attrattivo delle diverse mete dell’area, potrebbero generare un traffico ben più ampio dell’attuale. È giusto dunque sottolineare le previsioni in crescita per il 2023 rispetto al 2022, così come i numeri di quest’anno più alti di quelli del precedente – conclude – ma allo stesso tempo è necessario riflettere sugli elementi che impediscono un più rapido recupero dei livelli pre covid così come uno slancio verso risultati che più meriterebbe un’area di grande potenziale e ricchezza come l’Adriatico”.

Il report conferma dunque la ripresa del traffico croceristico: secondo lo studio di Risposte Turismo nel 2023 saranno 4,3 milioni i passeggeri movimentati (imbarchi, sbarchi e transiti) nei porti crocieristici dell’Adriatico, in crescita del 27% sulle previsioni di chiusura 2022 ma ancora distanti dal record storico dell’area registrato nel 2019 (5,7 milioni di passeggeri movimentati).

Secondo le previsioni sarà Corfù ad aprire la classifica dei porti crocieristici dell’Adriatico, con oltre mezzo milione di passeggeri attesi. Performance simili sono previste anche da Dubrovnik (525.000) e Kotor (oltre 500.000). I porti pugliesi dell’Adriatico dovrebbero accogliere oltre mezzo milione di passeggeri, in particolare nei porti di Bari e Brindisi.

Analizzando la movimentazione passeggeri su traghetti, aliscafi e catamarani, secondo l’Adriatic Sea Tourism Report i quattordici principali porti dell’Adriatico attendono per il 2023 un incremento di traffico rispetto all’anno in corso, pur con diversa intensità: da una parte, nell’Adriatico orientale, è prevista una crescita più marcata grazie al rafforzamento delle connessioni interne tra terraferma e isole; dall’altra è prevista una crescita contenuta o una sostanziale stabilità rispetto al 2022. Nel totale si tornerà a superare la soglia dei 18 milioni di passeggeri (+5-10% sul 2022).

Tra i porti esaminati, previsioni positive per Zadar (2,3 milioni, +4% sul 2022), Dubrovnik (480.000, +3%), Sibenik (137.000, +3%), Rijeka (134.000, +60%). Buone le performance di Bari e Brindisi, per cui si attende un incremento del +10% e che dovrebbero quindi superare rispettivamente circa 1,1 milioni e 400 mila passeggeri.

Come nelle precedenti edizioni, il report contiene anche un approfondimento sul turismo nautico nei sette paesi che si affacciano sull’Adriatico. Con riferimento alle nuove marine in arrivo e agli investimenti in programma, tra la seconda parte del 2022 e il 2024 in Adriatico vedrà nuovi ormeggi in 9 strutture (7 nuove e 2 progetti di espansione) per un totale di oltre 3.000 nuovi posti barca, con investimenti superiori ai 100 milioni di euro, tra Italia, Croazia ed Albania.

Dall’analisi delle marine nel versante italiano – oltre al completamento del porto turistico di San Pietro a Termoli, che prevede di aggiungere circa 100 ormeggi, e del porto turistico di San Foca (Lecce), il cui obiettivo è triplicare i 183 ormeggi attualmente disponibili – è prevista la costruzione di un nuovo porto turistico per superyacht (fino a 100 mt) a Bari, a fronte di un investimento di 36 milioni di euro, nell’ambito del progetto di riqualificazione del Molo San Cataldo.

Sul fronte croato, i lavori di costruzione del nuovo ACI Marina a Novalja, che ospiterà circa 300 posti barca, dovrebbero completarsi entro la fine di quest’anno. Mentre, entro la metà del 2023, la società croata ACI-Gitone dovrebbe iniziare i lavori di realizzazione del nuovo porto turistico di Porto Baroš a Fiume, che ospiterà 230 ormeggi e dovrebbe diventare operativo nel 2024. In completamento entro i prossimi due anni anche i progetti di espansione di Marina Korkyra a Vela Luka, che dovrebbe ampliare la sua capacità da 132 a 177 ormeggi, e di Marina Polesana a Pula, che dovrebbe dotarsi di 1.150 posti barca aggiuntivi.

In Albania, dovrebbero portarsi a compimento il complesso di lusso Porto Albania nella penisola di Kalaja e Turrës, dotato di un porto turistico con oltre 700 ormeggi, nonché il nuovo progetto “Durres, Yachts and Marina” nel porto turistico di Durazzo. Un progetto che verrà presentato oggi nel corso di Adriatic Sea Forum e che si estenderà su 44 ettari e che prevede riqualificazioni turistiche e waterfront per ulteriori 140 milioni di euro.

Analizzando la distribuzione geografica di strutture e posti barca, tra i Paesi che si affacciano sull’area l’Italia mantiene saldamente la propria leadership con 189 marine (56,1% del totale) e 48.677 posti barca (61,5% del totale). Sul secondo gradino del podio la Croazia (126 marine – 37,4% del totale – e quasi 21.000 posti barca – 26,4% del totale) davanti al Montenegro (3.545 posti barca – 4,5% del totale – e 8 marine – 2,4% del totale).

Il report contiene inoltre le previsioni per il 2023 relative all’attività di un campione rappresentativo di 58 marine (circa 20.000 posti barca e 695 addetti complessivi compreso gli stagionali) e di 23 società di charter attive in Adriatico.

Per entrambi i campioni intervistati l’indagine evidenzia una stabilità o crescita, rispetto all’anno precedente, tanto nella clientela servita nel 2022 che in quella attesa nel 2023, con previsioni particolarmente rosee da parte delle società di charter per quella che sarà la domanda di imbarcazioni a vela nell’anno prossimo. Resta tuttavia ancora prevalente, per le marine, la domanda di prossimità, risultato di una ripresa dei viaggi di lungo raggio ancora a rilento.

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