martedì, 5 Novembre 2024

Concessione spiagge, Quirinale riduce termine a 20 anni

Brambilla: accogliamo modifiche ma avremmo preferito nostra soluzione

E' tramontata l'ipotesi del diritto di superficie per 90 anni per le spiagge date in concessione ai privati. Dopo le polemiche dei giorni scorsi e le critiche anche da parte dell'Ue, il governo è stato costretto a modificare il termine delle concessioni, riducendo drasticamente a vent'anni la durata di 90 anni inizialmente prevista. Il Quirinale aveva chiesto che il termine fosse riconsiderato. Così il testo è stato modificato e il termine di 20 anni dovrebbe comparire nell'ultima versione del decreto, la cui pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è attesa per stasera.
"Avremmo preferito che il diritto di superficie potesse avere una durata ancora superiore a quello previsto nella versione firmata oggi dal Capo dello Stato, proprio come nella prima formulazione del testo – ha commentato a caldo il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla – ma non possiamo che accogliere le modifiche richieste dal Quirinale, con la certezza che vent'anni rappresentino comunque una notevole prospettiva ed un indubbio miglioramento rispetto all'incerta situazione attuale".
Secondo Fai e Wwf c'è però un rischio nascosto nel decreto sviluppo: scadute le future concessioni, il Demanio sarà costretto a "comprare" le strutture edificate sul suolo pubblico.
"L'inghippo – sostengono le due associazioni – della trasformazione del diritto di concessione in diritto di superficie mette a rischio cementificazione le spiagge. Si vuole infatti separare la proprietà del terreno da quello che viene edificato e questo significa garantire ai privati la proprietà degli immobili, già realizzati o futuri sul demanio marittimo".

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