venerdì, 22 Novembre 2024

Easyviaggio fa il punto sui paesi arabi dopo le rivolte

Tunisia, Egitto e Marocco in ripresa, Oman, Giordania, Qatar e Bahrein, evitare Libia e Siria

L'onda lunga della cosiddetta Primavera araba non è finita: quali effetti ha lasciato sul turismo? Quali mete sono nuovamente fruibili e quali, al contrario, restano off-limits? A fare il punto sulla situazione è Easyviaggio.com. "Alcuni paesi, colpiti direttamente dalle rivolte, – si legge in una nota – sono già in evidente risalita dal punto di vista turistico; altre destinazioni, estranee ai disordini, sono state tuttavia svantaggiate da una sorta di pregiudizio generalizzante".
In Tunisia, dove tutto ha avuto inizio, le zone turistiche, come Tunisi, Djerba e Sousse, non sono mai state a rischio per i turisti. Recentemente, poi, Mehdi Houas, ministro del turismo tunisino, ha dichiarato che per la fine del 2012 l'attività turistica tunisina sarà tornata ai livelli che precedevano la rivoluzione del Gelsomino. Tariffe molto competitive e la chiara volontà di recuperare terreno fanno della destinazione una meta assolutamente appetibile. E, senza dubbio, sicura.
Le difficili circostanze generali dell'area maghrebina non hanno certo aiutato il turismo in Marocco. Ma la situazione sta migliorando. Il Marocco, nazione il cui coinvolgimento nei moti di primavera è stato decisamente inferiore rispetto ad altri stati, rimane dunque una meta non pericolosa e tutta da scoprire.
L'Egitto invece sta ancora pagando un caro prezzo dal punto di vista del turismo internazionale. La situazione, tuttavia, sta in qualche modo tornando alla normalità: eliminato il coprifuoco lo scorso 15 giugno, Sharm El Sheikh e le altre mete egiziane attendono nuove frotte di turisti.
In Giordania, qualche pacifica manifestazione è bastata per gettare sul paese l'immeritata ombra di paese insicuro. Con il risultato che in questa monarchia del Vicino Oriente il turismo internazionale ha subìto un crollo verticale. Eppure nessun itinerario turistico è mai stato soppresso per ragioni di sicurezza.
Come la Giordania,anche l'Oman fa parte di quei paesi "sfortunati" che hanno dovuto pagare di tasca loro, con la diffidenza del turismo internazionale, le rivolte degli altri. Ulteriore rammarico, per l'Oman, è rappresentato dal fatto che il turismo, pur lontano dai numeri di Egitto e Marocco, fosse in una fase di slancio e promozione. In ogni caso la situazione politica del paese è tranquilla.
Se c'è un paese mediorientale che non è stato in alcun modo toccato dalle rivolte di primavera sono proprio i ricchissimi Emirati Arabi Uniti e Dubai. Qui, anzi, il turismo continua a crescere a ritmi vertiginosi, incurante del destino dei paesi circostanti.
Se alcuni paesi, come Oman e Giordania, hanno subìto negativamente l'urto delle vicine rivolte, altri, come il Qatar e il Bahrein, hanno invece saputo trarre vantaggio dalla situazione generale. Destinazione meno popolare e meno abbordabile di molti altri stati della zona, il Qatar ha saputo mantenere intatta, anche in questa difficile annata, la sua specificità turistica. Dal canto suo, il piccolo arcipelago è meta da tempo di un turismo di alto profilo, e come per il Qatar la prospettiva è con buona probabilità quella di riuscire a recuperare parte del flusso turistico destinato ad altre mete, più coinvolte nei cambiamenti e per il momento danneggiate.
Uno dei paesi più coinvolti nella Primavera araba, la Siria ha subìto un ovvio contraccolpo negativo sul fronte del turismo internazionale, fino a poco tempo fa piuttosto fiorente.
Altra nazione profondamente colpita dalle rivoluzioni di inizio anno, la Libia, pur non essendo mai stata una meta turistica particolarmente ambita, ha perso del tutto quello zoccolo duro di turisti appassionati di tour nel deserto o di rovine archeologiche. In piena guerra civile dallo scorso febbraio, il paese resta oggi severamente sconsigliato ai turisti come sottolinea anche il ministero degli Esteri italiano.

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