Natale e capodanno senza turismo, delusione e rammarico degli operatori

Rivolta da parte delle associazioni di categoria per il trattamento riservato al turismo nel nuovo dpcm Natale.

“Non comprendiamo quale senso abbia la decisione di costringere gli ospiti degli alberghi a consumare la cena di fine d’anno in camera”, dice il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. “Riteniamo che ci sia modo di contemperare le esigenze di sicurezza con il buonsenso – prosegue Bocca -. Se si vogliono evitare gli assembramenti e i contagi, è sufficiente vietare i veglioni, con annessi spettacoli, concertini e danze. Ma non c’è ragione di mettere le persone in castigo la sera di San Silvestro, quando potrebbero cenare normalmente, nel rispetto delle misure di sicurezza che applichiamo da mesi, che hanno dimostrato di funzionare, e che evidentemente sono ritenute valide per la sera del 30 dicembre e del 1° gennaio. Il divieto di varcare i confini delle regioni e dei comuni ha il sapore amaro di una colossale burla: gli alberghi possono restare aperti, ma i clienti vengono chiusi in casa. Se qualcuno pensa di utilizzare questo escamotage per risparmiare sui ristori, è bene che lo dica chiaramente e se ne assuma la responsabilità di fronte alle imprese e ai lavoratori”.

Delusione anche da parte di Confindustria Alberghi e Federterme: “la filiera alberghiera e quella termale hanno operato in questi mesi con grande impegno, investimenti e senso di responsabilità sul fronte della lotta alla pandemia, offrendo ai propri (pochi) ospiti la possibilità di un soggiorno in sicurezza nel pieno rispetto delle norme previste e di rigidi protocolli di sicurezza. Per questa ragione, riteniamo ci siano ancora gli spazi per evitare nuove misure che colpiscono e penalizzano tutti in modo indiscriminato e pensare invece ad un sistema di “corridoi sicuri” per raggiungere le strutture (ad es. possibilità di spostarsi con prenotazione confermata), regole chiare sui territori, tutti elementi che possano rendere luoghi fruibili in sicurezza, come già oggi. L’obbligo di servire i pasti in camera la sera di capodanno, peraltro quando già si è previsto il divieto di spostamento tra regioni e comuni, è una misura che offende tutti gli operatori che stanno lavorando con grande capacità, sacrificio e senso di responsabilità. Tutto questo quando a fronte di una perdita di fatturato per il settore alberghiero e termale che a fine anno sarà stata di oltre l’80% del fatturato”.

Rammarico anche da parte della presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli: “Gli imprenditori del settore in questi lunghi 10 mesi hanno con senso di responsabilità investito denari ed energie per poter garantire ai loro ospiti soggiorni sicuri nel pieno rispetto delle norme: dagli alberghi, ai ristoranti, agli impianti di risalita, solo per citare gli ultimi settori che erano parzialmente in grado di lavorare. Quegli stessi comparti che oggi si vedono negata la possibilità di lavorare proprio durante le festività natalizie, notoriamente tra i periodi più redditizi dell’intero anno. Provvedimenti che vengono adottati tenendo in scarsa considerazione che il settore degli impianti d risalita, per fare un esempio, fattura 1,2 miliardi all’anno, di cui 400 milioni arrivano dal periodo natalizio e che impiega 10 mila lavoratori stagionali che rischiano di rimanere senza reddito. Confidiamo che almeno gli aiuti di stato possano essere in grado di coprire gran parte delle perdite subite come avviene negli altri Paesi europei e come finora non è avvenuto in Italia”.

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