“Dica ai comitati di venire a trovarmi al ministero, ci troviamo a un tavolo. Se hanno idee migliori di quelle che abbiamo avuto noi, io sono pronta a confrontarmi. Li invito”. Così la ministra del Turismo Daniela Santanchè, in un’intervista al Tirreno, dopo le azioni messe a segno in diverse città, Firenze, Milano, Venezia, Rimini e Genova, contro le keybox, le cassettine per le chiavi utilizzate per gli affitti brevi. “Se uno va a dormire in una struttura con affitto breve comunque ci deve essere una identificazione. Non lo dico io, ma una legge dello Stato”, sottolinea Santanchè rispondendo a una domanda sull’eliminazione delle keybox.
“Vediamo se la tecnologia ci viene incontro, se si può fare qualcosa di diverso. Perché anche secondo me, obiettivamente, queste keybox non sono la migliore delle soluzioni. Individuiamone altre. Vediamo, lavoriamo insieme. Non è una contrapposizione. Tutti vogliamo che ci sia il meglio per Firenze, per Milano, per Roma, per Venezia”. Definendosi “stupita” per la protesta, la ministra ricorda che il problema degli affitti brevi “c’è da anni. Mai un governo ha messo mano alla regolamentazione. Noi siamo il primo governo ad averlo fatto. Ma qualcuno dimentica che la proprietà privata è sacra. Qui bisogna tenere insieme due pilastri: la proprietà privata e l’emersione della concorrenza sleale e del sommerso. Per le keybox, ho preso un impegno al G7, anche parlando con il presidente della Regione Toscana Giani e con il sindaco di Firenze Funaro. Il ministro degli Interni è stato molto bravo e molto veloce e ha fatto una circolare. Andava applicata”.
Tra le nuove regole c’è il Cin, il Codice unico nazionale, che dal 1° gennaio va obbligatoriamente esposto. E per chi non ce l’ha, scattano le multe? “Non creiamo agitazione. Nei primi mesi si procederà al fianco delle Regioni per verifiche e correzioni. Siamo decisi ma consapevoli che dobbiamo dialogare con tutti”, risponde Santanchè. “Faremo le cose decise, nel rispetto di tutti, ma non vogliamo punire nessuno. Anche perché quelli che fanno i fenomeni vadano a vedere cosa è successo a New York o a Barcellona. Non mi sembra che abbia funzionato con regole tanto restrittive”.