Quello aeroportuale “è un settore molto importante, che vale il 3,5% del Pil, ed è centrale per lo sviluppo dell’Italia e per il turismo perché crea occupazione e lavoro”. Lo ha evidenziato il ministro dei trasporti Graziano Delrio intervenendo all’evento ‘Il sistema aeroportuale italiano’ per i 50 anni di Assaeroporti. La previsione di aumento dei passeggeri nei prossimi anni, contenuta in una ricerca del Censis, “è una buona notizia per l’Italia, il traffico sta crescendo e anche gli investimenti”, ha detto il ministro, fiducioso che “il sistema continuerà a dare soddisfazione”. E proprio a fronte delle previsioni di crescita del traffico per i prossimi anni, Delrio ha sottolineato che il Paese deve farsi “trovare pronto” e proprio il lavoro di costruzione delle reti era uno degli obiettivi del Piano aeroporti. “Adesso l’Italia ha tutti i piani strategici: la pianificazione è uno degli strumenti per fare investimenti. Questa pianificazione massiccia fatta in tutti i settori consentirà all’Italia di guardare con più capacità alle sfide che abbiamo davanti”, ha concluso il ministro.
Sul tavolo c’è anche il tema dei piccoli aeroporti. “Decisivi” per mobilità secondo il presidente di Assaeroporti Fabrizio Palenzona. “Dopo le privatizzazioni c’è stato un lungo periodo, per 10 anni c’è stato un blocco totale del sistema degli aeroporti italiani”: “per difendere gli interessi della compagnia di bandiera, si è fatta una legge, la famosa 248 dei requisiti di sistema”, che ha bloccato lo sviluppo degli aeroporti, facendo “accumulare al nostro Paese un ritardo incredibile”, ha ricordato Palenzona, sottolineando che successivamente a questa fase, si è cambiato il metodo e “l’unità dei grandi aeroporti, mentre il mondo litigava”, ha consentito di arrivare ai contratti di programma in deroga. “Abbiamo oggi tariffe che mediamente sono inferiori alla media europea e investimenti che non sono inferiori a nessuno: siamo riusciti ad adeguare il sistema aeroportuale”, ha detto Palenzona.
Dal canto suo il presidente dell’Enac Vito Riggio ha chiesto una riflessione: “gran parte di questi piccoli scali nascono da esigenze localistiche, non tutte fondate, e costano un sacco di soldi, perché regioni ed enti locali danno contributi ai competitor di Alitalia”.
Al convegno ha partecipato anche Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo ricordando che “gli scali aeroportuali sono un incentivo per lo sviluppo di altre attività sul territorio come per esempio il turismo operando come moltiplicatori di indotto per servizi di ospitalità, trasporto, culturali e ricreativi. Un aumento del grado di connettività aeroportuale del 10% è in grado di produrre una crescita del Pil pro capite dello 0,5%”