Superano i 750 milioni di euro le ricadute del turismo invernale in Piemonte. A renderlo noto i ricercatori del Dipartimento di Management dell'Università di Torino, che hanno condotto lo studio insieme ad Unioncamere Piemonte ed Ires per conto dell'Arpiet.
Secondo la ricerca per ognuno dei 1.200 addetti degli impianti di risalita delle 50 stazioni invernali piemontesi, si devono considerare almeno 10 persone occupate nell'indotto turistico alpino. Un esercito di 12mila persone, oltre a chi non risulta nelle statistiche ufficiali. Vignale sottolinea come i posti letto nelle strutture alberghiere siano eccessivamente ridotti, 76mila contro i 243mila del Trentino e Sud Tirolo, i 674mila della Savoia, i 360mila della Hautes Alpes. In compenso abbondano, in Piemonte, le seconde case con posti letto pari a 10 volte quelli alberghieri ed un valore di investimento di 20-30 miliardi di euro. Inoltre, le stesse strutture alberghiere spesso non sono all'altezza della concorrenza internazionale, prive di Spa e centri benessere. Strutture troppo piccole, con 2-3 addetti, non sono abituate a rivolgersi ad una clientela internazionale che, pure, si fermerebbe nelle località turistiche per più giorni e garantirebbe un moltiplicatore di spesa elevato, a differenza di quanto avviene con gli sciatori ‘mordi e fuggi’ che acquistano il giornaliero e spendono poco sul territorio.