Nata per contrastare il caro-traghetti verso la Sardegna nell’estate 2013 per opera del consorzio di imprenditori del Nord Sardegna, la compagnia di navigazione GoInSardinia è stata costretta a dichiarare il fallimento. Il Consorzio è esposto finanziariamente per circa due milioni di euro, fra questi ci sarebbero circa 800 mila euro dovuti allo Stato per mancato versamento delle imposte, i dipendenti e altri fornitori.
Già a fine agosto 2014, per problemi di liquidità e di natura tecnica della nave, la Goinsardinia aveva sospeso i collegamenti con la Penisola dopo che l’armatore della El Venizelos aveva riportato in Grecia il traghetto noleggiato dalla compagnia sarda: sulla vicenda esiste un contenzioso fra la Anek lines, società armatrice, e GoinSardinia che aveva dato vita anche ad una indagine penale per interruzione di pubblico servizio.
Inoltre in seguito all’interruzione delle tratte, erano rimasti a terra oltre 20 mila passeggeri, dando vita ad un’odissea per migliaia di famiglie e turisti che avevano programmato la loro vacanza in Sardegna. Un disagio che aveva portato anche ad una class action di Codacons che ha ottenuto dal giudice un sequestro conservativo di beni per 500 mila euro avanzato da circa mille passeggeri per il recupero forfettario delle spese per far rientro a casa dopo le vacanze in Sardegna.
Il Consorzio ha chiesto nei giorni scorsi al giudice, prima della sentenza, di tener conto dell’arbitrato in corso a Londra, che vede contrapposti il Consorzio e la società armatrice greca, per oltre un milione e mezzo di euro di risarcimento. Sarebbe stata questa l’unica strada che avrebbe consentito il rilancio della compagnia ipotizzato per la stagione 2016 e che, secondo GoinSardinia, avrebbe scongiurato il fallimento e avrebbe consentito di onorare anche gli impegni con i creditori che, in attesa dell’attività, non avevano presentato istanza di fallimento.