Dal 1999 Cefalù ha perso oltre 138 mila presenze. Federalberghi chiarisce con questo dato le recenti statistiche diffuse nei giorni scorsi che parlavano di un calo intorno al 5% registrato nei primi mesi del 2’14. Inoltre, Federalberghi ribadisce che i dato diffusi sono quelli registrati dal loro Osservatorio e si riferiscono alle strutture alberghiere associate che nel periodo specifico tra gennaio e metà giugno hanno registrato un calo medio generale tra il 4 e 5%, con evidenti perdite di fatturati e profitti.
“Alcune strutture alberghiere – commenta Nicola Farruggio, presidente di Palermo e vicario regionale Federalberghi – hanno mantenuto le presenze dello scorso anno grazie ad oculate azioni di marketing, promozioni ed offerte aggressive, altre viceversa hanno registrato un calo anche fino al 7%. Ma c’è da rilevare anche un altro trend: la velocità con cui stanno viaggiando altre destinazioni siciliane che sono riuscite a registrare incrementi a doppia cifra nell’ultimo biennio. La stessa Cefalù – aggiunge Farruggio – da alcune indagini è risultata al penultimo posto per brand reputation tra le destinazioni siciliane, con prezzi di vendita medi nella categoria 3 e 4 stelle più bassi di destinazioni come Taormina, Eolie e San Vito lo Capo. Credo dunque – sottolinea Farruggio – che un problema Cefalù esista già da troppo tempo. Se facciamo un’analisi più ampia dal 1999 al 2013 i dati generali di perdita di presenze sono più preoccupanti. Nel 1999 si registrano 693.910 presenze, nel 2009 sono 586.605 e nel 2013 scendiamo ancora a 555.792. La perdita totale delle presenze – conclude – è di 138.469 con un aumento di posti letto da 5.950 nel 1999 a circa 6.400 del 2013. Inoltre, il tasso di occupazione media dei posti letto è sceso fino al 24%”.