È stato approvato dalla giunta siciliana il piano di riparto del Fondo Unico regionale per lo Spettacolo predisposto dall’assessore regionale al Turismo, Cleo Li Calzi. L’obiettivo del F.U.R.S. è la razionalizzazione delle risorse e la riqualificazione del sistema, con particolare riferimento ai teatri a totale partecipazione pubblica.
La proposta approvata prevede che la percentuale di ripartizione del fondo tra il settore pubblico e il settore privato, per il triennio 2015-2017, sia di 2,5 milioni per ciascun settore per il 2015.
Incrementato, rispetto agli anni precedenti, lo stanziamento del capitolo destinato alla grande circuitazione, poiché si tratta di attività altamente promozionali che si svolgeranno in centri con popolazione inferiore ai 30 mila abitanti e pertanto quasi del tutto privi di offerta teatrale.
Rimpinguati anche gli articoli 9 e 12 della legge regionale numero 25 del 2007, non finanziati nell’anno 2014, che prevedono l’acquisto di attrezzature, necessarie allo svolgimento dell’attività teatrale, ed il sostegno alle attività amatoriali, prevedendo la concessione di contributi ai teatri che offrono a titolo gratuito l’uso delle sale e la fornitura di apparecchiature e di servizi teatrali.
“In una fase di contenimento della spesa – ha spiegato l’assessore Cleo Li Calzi – le risorse destinate alle attività dei teatri, soprattutto quelli pubblici, agli spettacoli ed alle altre manifestazioni, non possono sottrarsi al principio della massima efficienza gestionale. Inoltre, abbiamo incrementato del 19%, passando da 2.099.000 a 2.500.000 di euro, la dotazione riservata agli operatori privati delle arti dello spettacolo, che erano stati fortemente penalizzati negli anni precedenti e che rappresentano una risorsa fondamentale per la Sicilia”.
Lo spirito della riforma avviata vuole indurre le istituzioni teatrali a considerare non solo il bilancio dello Stato e della Regione quale dotazione finanziaria esclusiva, ma a guardare alla possibilità di accedere anche ai fondi europei per la realizzazione di produzioni culturali e promuovere la circuitazione.