giovedì, 19 Dicembre 2024

A Giardini Naxos focus su futuro archeologia subacquea

Il più grande museo del mondo, ancora in parte inesplorato, è quello sommerso, come afferma la Convenzione Unesco firmata a Parigi già nel 2001. Ed è proprio riferimento a questo immenso patrimonio culturale che giace sommerso lungo le coste italiane, sempre più esplorato e mappato grazie alle nuove tecnologie di immersione e rilevamento dei dati in 3D, che a Giardini Naxos, si sono tracciate le linee per una comune tutela, valorizzazione e fruizione turistica di itinerari subacquei.

A firmare la carta di Naxos erano presenti le Soprintendenti Barbara Davidde del Ministero dei Beni Culturali, e Valeria Li Vigni della Regione Sicilia, in occasione della XVII Rassegna Internazionale di Archeologia Subacquea promossa dal Parco Archeologico Naxos Taormina.

Una tre giorni molto intensa, presenti archeologi, geologi marini, documentaristi, direttori di prestigiosi enti di ricerca (Cnr, Ingv, Centre Camille Jullian) dottorandi e ricercatori indipendenti italiani e stranieri. Discusse le esperienze di parchi archeologici di Sicilia, Liguria e Lazio, esperienze di decine di atenei italiani, in collegamento da prestigiose Università come Stanford University, California), Canada (Brock University), paesi UE (Germania, Francia, Grecia, Malta e Cipro) e non UE (come la Oxford University, nel Regno Unito, e il Dipartimento Studi Europei Jean Monnet in Svizzera). Barbara Davidde ha spiegato che saranno presto avviate collaborazioni con la regione Sicilia, dove il prof. Sebastiano Tusa aveva già consolidato l’ esperienza degli itinerari archeologici subacquei come strumento di tutela ed offerta turistica di nicchia con il coinvolgimento dei diving locali.

La carta contiene i principi guida per avviare un lavoro congiunto volto, ad una migliore valorizzazione turistica dei beni a partire dagli antichi porti ed approdi in corrispondenza delle principali rotte dell’ antichità, e proseguire nell’ indagine dei relitti attraverso l’ uso di nuove tecnologie quali la ricerca in alto fondale e la realtà aumentata. Un principio viene sancito, e cioè che il patrimonio archeologico subacqueo non è disgiunto dal paesaggio marino costiero, né dal valore naturalistico della biodiversità naturale nel quale è inserito. Il patrimonio subacqueo non e rappresentato solo dai relitti dell’antichità, e dal contenuto di anfore e materiali rinvenuti, ma anche da resti architettonici da mettere ancora in sicurezza, che spesso si trovano all’ interno delle strutture portuali moderne. Un esempio è dato dagli approdi del basso Lazio, dove si continuano ad individuare banchine e peschiere di epoca romana, o dal porto di SottoMonastero a Lipari, scoperto dal prof. Sebastiano Tusa, che attende una adeguata valorizzazione. Uno studio sistematico, un atlante delle strutture portuali dell’antichità nel meridione d’ Italia, dove si incrociarono le grandi rotte di commercio del Mediterraneo, dall’ epoca fenicio-punica sino al medioevo, è stata la proposta lanciata dagli archeologi della Soprintendenza del Mare della Sicilia, dal prof. Ferdinando Maurici che ne ha tracciato un primo quadro storico riferito alle fonti arabe nei lavori di Michele Amari.

Intanto, l’ università tedesca di Bochum, con un’equipe di scavo condotta da Jon Albers e composta anche da studenti di atenei siciliani e da tecnici della locale soprintendenza, continua a lavorare per mettere in luce la portualità dell’antica Selinunte, dove di sicuro i porti in confluenza delle foci dei fiumi furono due. Adesso, spiegano gli studiosi, sono emerse le rampe di alaggio delle grandi galere da guerra, ed una strada maestra che conduceva alla città antica, ma gli scavi dureranno ancor almeno quattro anni. Nuovi itinerari archeo-sub in Sicilia si aggiungeranno presto ai 23 già esistenti realizzati dall’ equipe del prof. Tusa negli anni. Si lavora adesso nei fondali di Isola delle Femmine, con l’ università di Ferrara, e a Giardini con il parco di Naxos per un nuovo itinerario nelle acque antistanti l’ Isola Bella, che ha già restituito altri tesori attualmente esposti, oltre che nel museo del parco di Naxos, nei nuovi ambienti della casa museo allestii sull’ isola.

(di M.Laura Crescimanno)

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