giovedì, 18 Aprile 2024

A Civita Sicilia la revisione dei Piani di gestione dei siti Unesco del Val di Noto

Civita Sicilia si è aggiudicata la gara per la revisione dei Piani di gestione dei tre siti Unesco “Le Città tardo barocche del Val di Noto”, “Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica” e la “Villa romana del Casale di Piazza Armerina”. Con questo passaggio si avvia la fase più importante del Progetto finanziato dal MiBACT a valere sulla Legge 77 del 2006 e co-finanziato dalle Regione Siciliana sui siti Unesco del Sud Est.

I punti più significativi del progetto sono stati illustrati in conferenza stampa a Siracusa al Salone Borsellino di Palazzo Vermexio, dai sindaci di Siracusa Francesco Italia e di Noto Corrado Bonfanti. Il progetto, infatti, innovativo, sancisce ancora una volta una strategia di rete tra i comuni dove ricadono i siti Unesco. Come già annunciato il progetto, articolato in cinque azioni, ha ricevuto il finanziamento di un milione di euro da parte del Mibact e 100 mila euro dalla Regione Siciliana.

“Avere avuto l’opportunità di costruire un percorso di revisione dei Piani di gestione di tre importantissimi siti iscritti nella lista Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco – ha detto Bonfanti – ci conduce consapevolmente verso una lettura identitaria unica denominata Val di Noto. I Piani di gestione che abbiamo pensato devono definire un modello efficace di governo delle risorse di carattere storico, culturale e ambientale, in grado di orientare le scelte della pianificazione urbanistica ed economica dell’intera area del Val di Noto”.

“L’iscrizione alla World Eritage Liste dell’Unesco – ha aggiunto Italia – è il riconoscimento più prestigioso a cui una città storica può aspirare ed è il seme più fecondo su cui costruirne il successo. Ma il seme deve essere innaffiato e, allora, il Mibact e la Regione ci offrono la possibilità di rinnovare la strategia delle nostre azioni in favore del territorio”.

I Piani di gestione si pongono come strumento strategico e operativo, capace di promuovere e realizzare progetti di tutela e valorizzazione coordinati, condivisi dai vari soggetti operanti nel territorio per la salvaguardia dei beni e in grado di favorire l’ottimizzazione delle risorse e la razionalizzazione degli investimenti economici.

“Sono stato sempre uno strenuo sostenitore dell’importanza dei Piani di gestione – ha affermato il presidente di Civita Sicilia, Giovanni Puglisi – anche prima della loro codificazione, in ragione del fatto che ‘stare’ in una lista Unesco, oggi in particolare, non rappresenta più uno status symbol, bensì una vetrina di bellezza, efficienza e fruibilità. Oggi, rivedere i Piani esistenti significa innanzitutto porre la dovuta attenzione alla manutenzione della struttura, sia ordinaria, che, soprattutto, straordinaria, tanto più necessaria, quanto più il sito è visitato”.

“Il Piano di gestione – ha spiegato Renata Sansone, amministratore delegato di Civita Sicilia – è un insieme di proposte con le quali le autorità responsabili della gestione s’impegnano nei confronti della comunità locale, dell’Unesco e dell’intera umanità, a tutelare ‘attivamente’ il sito e a garantirne la conservazione e la valorizzazione a favore delle generazioni attuali e future, ad assicurarne lo sviluppo sostenibile integrando le attività di gestione collegate ai beni con la gestione dei loro territori di riferimento”.

Inoltre, è stato tracciato un bilancio delle attività realizzate finora nell’ambito del progetto, le gare che verranno a breve espletate, come quella che riguarda la sistematizzazione delle conoscenze del patrimonio dei Siti Unesco e l’istituzione del relativo archivio unico, la progettazione e attuazione della comunicazione dedicata, il piano di cartellonistica. Tra le iniziative che partiranno nelle prossime settimane anche i corsi di marketing turistico per operatori commerciali.

E presto sarà online anche il sito web sui Siti Unesco del Sud Est Sicilia, www.sitiunescosiciliasudest.it, dove convergeranno i punti più salienti del progetto. Il sito è realizzato con il supporto del CNR e dell’Istituto David Chiossone, che hanno fornito una consulenza finalizzata a rendere il sito accessibile anche a fruitori ipovedenti.

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