giovedì, 25 Aprile 2024

L’Auriga di Mozia al Getty Museum di Malibù

La statua in mostra neglu Usa insieme ad altri 150 reperti, di cui tanti altri siciliani

Un grande viaggiatore dell'antichità torna da oggi sul luogo del delitto: l'Auriga di Mozia, considerato uno dei migliori esempi di scultura greca giunto fino a noi, costituisce l'opera centrale della mostra 'Sicilia: Arte e Invenzione tra la Grecia e Roma' che ha aperto i battenti nei giorni scorsi alla Getty Villa di Malibu, alle porte di Los Angeles. Con un ruolo ben definito: essere testimonial della riconciliazione della Sicilia con il museo americano che per anni fu ricettacolo di reperti approdati oltreoceano grazie all'opera di tombaroli e mercanti d'arte senza scrupoli.
Dopo una tappa a Atene nel 2004, la statua, datata tra 470 e 460 avanti Cristo, visto il suo passato 'sportivo', è stata esposta al British Museum di Londra in occasione dei Giochi 2012. Al Getty è stato dotato di una nuova base antisismica, frutto di studi durati di 18 mesi come parte dell'accordo culturale del Getty con la Regione Sicilia. La nuova base accompagnerà l'opera quando questa sarà reinstallata a Mozia presso il Museo Whitaker. 
Con l'Auriga sono esposti al Getty 150 pezzi, di cui circa un terzo in prestito dalle istituzioni siciliane, comprensivi di sculture in pietra e in bronzo, vasi dipinti, statuette votive in terracotta e rilievi, così come avori intagliati, reperti in oro e argento, monili, iscrizioni, rivestimenti architettonici e monete. "Tra i migliori esempi al mondo dell'arte della Grecia antica" ha commentato Timothy Potts, direttore del museo americano.
La mostra è la prima di alto profilo derivata dall'accordo culturale del 2010 che il Getty ha stipulato con la Regione siciliana.

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