giovedì, 25 Aprile 2024

Reperti da Naxos e Siracusa nel nuovo Museo Civico Archeologico di Francavilla

Ci saranno diversi reperti inediti, in arrivo dai magazzini dei musei Paolo Orsi di Siracusa e da Naxos, nella nuova collezione civica del Comune di Francavilla che presto sarà esposta interamente a Palazzo Cagnone, edificio del XVIII secolo. È qui che, nei prossimi mesi sarà messo in funzione il nuovo Museo Civico Archeologico che vede la collaborazione del Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, con il Comune di Francavilla, guidato dal sindaco Vincenzo Pulizzi.

Un sopralluogo alla struttura, nei giorni scorsi, da parte dei due staff istituzionali ha permesso di pianificare il calendario dei lavori del Parco Naxos Taormina cui è affidata la direzione scientifica del nuovo museo di Francavilla e che vede impegnati la stessa direttrice Tigano e l’archeologa Maria Grazia Vanaria per il progetto espositivo museale, che segue un criterio cronologico-topografico, e Diego Cavallaro per l’allestimento degli spazi.

In mostra saranno reperti recuperati negli ultimi decenni durante gli scavi urbani nel centro di Francavilla e in contrada Fanterilli, area ai piedi della collina del Castello che in queste settimane è stata ripulita dal Parco e resa fruibile a visitatori e studiosi: rivela un lembo della città antica, risalente al V sec. a.C. che, nell’assetto urbano e nelle tecniche costruttive, è molto simile a Naxos.

Al primo nucleo della collezione archeologica di Francavilla – costituito da reperti provenienti dagli scavi condotti dal 1979 al 1987 dalle Soprintendenza di Siracusa e Messina e sinora esposti nell’Antiquarium comunale di via Liguria – si aggiungeranno pezzi inediti, provenienti da Siracusa e Naxos. Fra i reperti già conosciuti figurano antefisse con maschere di Sileno, simili a quelle di Naxos, della quale Francavilla sembra essere stata appunto una subcolonia; corredi funerari; monete di varie zecche; terracotte provenienti dai depositi votivi del santuario di Demetra e Kore (via Nino Russotti) e alcuni raffinatissimi pinakes, bassorilievi simili a quelli rinvenuti in Calabria, nel santuari di Persefone a Locri Epizefiri.

 

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