giovedì, 25 Aprile 2024

La Sicilia spegne le luci contro il caro-bollette

“Siamo di fronte a una sfida senza precedenti. Che richiede risposte coraggiose, strutturali e immediate. La crisi energetica sta mettendo in difficoltà le famiglie e le imprese. In Sicilia, per quanto concerne le attività che fanno riferimento ai nostri comparti, si stima che questa lotta per la sopravvivenza riguardi più di 7.000 imprese con almeno 20.000 posti di lavoro a rischio. Le imprese del terziario, nel 2022, pagheranno una bolletta energetica complessiva pari al triplo rispetto a un anno fa. Alcuni settori in particolare, come la distribuzione commerciale, la ristorazione, il turismo, i trasporti, stanno ricevendo bollette da tre a cinque volte maggiori rispetto alla norma. E la corsa dei prezzi energetici non accenna ad arrestarsi”. E’ quanto afferma il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, annunciando l’iniziativa di protesta di oggi, a partire dalle 20, lanciata da Fipe Sicilia che prevede lo spegnimento delle insegne di tutte le attività associate che operano nell’ambito dei pubblici esercizi. E’ prevista pure l’adesione di altre categorie.

“E’ una situazione insostenibile. Altro che ripartenza – continua Manenti – Come Confcommercio, a livello nazionale, e noi in Sicilia ci siamo uniti con forza a questa richiesta, ci stiamo adoperando affinché possa essere stabilito un tetto al prezzo del gas ed alla revisione delle regole e dei meccanismi di formazione del prezzo dell’elettricità. Quanto alle misure necessarie e urgenti da adottare, occorre potenziare e rendere più inclusivi i crediti d’imposta fruibili anche da parte delle imprese non “energivore”, prevedere un arco di tempo più lungo per la rateizzazione delle bollette, innalzare fino al 90% la copertura offerta dal Fondo di garanzia per le Pmi per supportare le esigenze di liquidità delle imprese. Ma occorre anche mantenere la misura che esclude gli utenti finali dal pagamento degli oneri generali di sistema. Invitiamo tutte le imprese associate del settore a spegnere le insegne, consapevoli che questa, se le cose non cambiano da subito, si può definire il primo atto di un’azione di protesta molto più articolata che non esclude iniziative alquanto eclatanti”.

Intanto allo Sheraton di Catania il ceo Ornella Laneri ha deciso di rivolgere un appello direttamente agli ospiti dell’hotel. “Nonostante la bolletta elettrica di luglio quest’anno sia salita a 140mila euro contro i 44mila del 2021, cerco di non far lievitare i prezzi – dice al Sole 24 Ore – ma chiedo collaborazione agli ospiti: in ogni camera trovano un cartoncino con un vademecum sul ‘soggiorno responsabile’. Chiediamo in pratica di non dispiacersi se non trovano la stanza fredda (o calda d’inverno, ndr), di usare il condizionatore solo quando strettamente necessario, di non lasciare mai le luci accese quando sono fuori dalla stanza”.

Dal canto suo, invece, “Vasami”, la nuova burgheria di via Maqueda a Palermo ha comunicato lo stop temporaneo a causa del caro energia. “L’ultima bolletta è stata di oltre 30mila euro e quella precedente era molto vicina – dice tra l’esasperato e l’addolorato l’imprenditore palermitano Filippo Genovese – e parliamo solo di luce e gas. Costi ai quali si aggiungono quelli del personale. Credete che sia bello comunicare a oltre 15 persone che devono rimanere a casa? Questa è la dimostrazione che a pagare le spese sono sempre e solo le imprese, i collaboratori e il sistema economico che gira attorno alle attività di ristorazione”.

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