In Sicilia, e a Siracusa in particolar modo, stentano a consolidarsi le prenotazioni alberghiere, al momento concentrate soltanto dal 15 luglio alla fine di agosto. Si tratta, perlopiù, di turismo di “prossimità”, di fascia medio, medio-bassa sorretta dai bonus vacanza. Scarsa, invece, la domanda proveniente da Centro e Nord-Italia, intorno al 12%. Inesistente quella straniera, sotto il 2%. E’ l’analisi a tinte fosche di Giuseppe Rosano, presidente di Noi albergatori Siracusa e vicepresidente nazionale di Assohotel il quale, in un momento in cui si comincia a parlare di ripartenza del turismo, stenta a fare previsioni rosee.
“Dal presente all’immediato futuro – precisa Rosano – solo segnali negativi: basti pensare che ieri è arrivata in città una nave da crociera con un migliaio di ospiti a bordo, ai quali non è stato permesso di scendere a terra in quanto ci troviamo in zona arancione. Una straordinaria occasione che è andata perduta e che potrebbe ripetersi se non acceleriamo il passaggio in zona gialla. E mentre Bruxelles invita a riavviare l’industria del turismo, in Sicilia non siamo per niente pronti ad accogliere i turisti. La campagna somministrazioni in Sicilia procede con lentezza, perlomeno con maggiore lentezza rispetto ad altre regioni, già in fase di ripartenza, con cui, di questo passo, è e sarà difficile competere. Per non parlare delle destinazioni straniere, Inghilterra, Spagna, Grecia, che hanno consolidato copiosi flussi di turisti, retti da voli charter già programmati”.
Perciò il vicepresidente nazionale di Assohotel si rivolge al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore regionale del Turismo, Manlio Messina invitandoli “a mettere in atto tutti i provvedimenti necessari a una veloce ed efficace ripresa. Riaprire un albergo dopo un lungo letargo non è come alzare la saracinesca di un garage. E in assenza di clienti sarà duro farlo. Tanto più se i turisti provenienti da fuori regione non avranno la percezione di recarsi in vacanza in un luogo sicuro: dove sono rispettate tutte le norme e i protocolli anti-contagio e dove la maggior parte delle persone, e dei professionisti del settore in particolar modo, è vaccinata”.
Non solo. “I lavoratori chiedono di essere riassunti: chi potrà loro assicurare che avverrà presto? Bar e ristoranti riapriranno con tavoli all’aperto sino alle 22. Assurdo persistere su tale prescrizione. Basilare sarebbe invece concedere ai clienti di attestare, attraverso il conto pagato, l’uscita dal ristorante avvenuta entro le 22, accordando il tempo di tornare a casa senza essere sanzionati. Ma quanto ai ristoratori che non hanno la possibilità di allestire tavoli all’esterno dovranno ancora scontare la pena in Purgatorio? Non chiediamo il liberi tutti – conclude Rosano – ma un’articolata e coerente pianificazione su come ripartire in sicurezza con il solo scopo di riaprire le nostre attività e assicurare il lavoro a coloro che in questo momento lo sollecitato per bisogno”.