Sono emersi diversi progetti per puntare su un turismo di qualità quale volano di crescita per l’intera regione dall’incontro “Turismo in Sicilia dalle chiacchiere al progetto” organizzato dal Marina di Riposto, in collaborazione con il Circolo velico.
Secondo quanto riferisce gazzettinonline.it, di particolare interesse è stato l’intervento di Cesarino Romani, esperto in materia turistica grazie alla sua lunga esperienza romagnola. La sua idea di progettualità per uno sviluppo del turismo in Sicilia è quella di partire dall’ascolto di tutti gli attori, dalle associazioni di categoria ai politici per proporre un turismo che possa registrare i cambiamenti ed assecondare le nuove esigenze, ed in questo i romagnoli sono stati bravissimi. E poi fare squadra e mettere in rete tutto il sistema.
Sul ruolo positivo che possono, invece, svolgere gli agenti di viaggio si è soffermato a lungo Mario Bevacqua, presidente emerito Uftaa. Più polemico l’intervento del presidente regionale di Confindustria Turismo, Ornella Laneri, la quale ha affermato che spesso la politica è antitetica all’imprenditoria, per cui risulta davvero difficile poter dialogare con i suoi esponenti.
Un bilancio sulle statistiche e sui numeri del turismo in Sicilia è stato tracciato da Marco Platania, docente di Economia del Turismo all’Università di Catania, il qualche ha sottolineato come, in base ai suoi dati, la Sicilia sia fuori dai circuiti internazionali non rientrando tra le prime 20 regioni più visitate d’Europa.
Nico Torrisi, vice presidente nazionale Federalberghi e già assessore regionale al Traporti, ha parlato della sua esperienza politica e soprattutto del ruolo importante che la cultura ha per produrre economia.
In rappresentanza di Angelo Villari, responsabile Ufficio di Programma Cgil di Catania, era presente il segretario provinciale, Giovanni Pistorio che ha tracciato un triste bilancio sulla situazione dei teatri isolani e sulla mancanza di attrattività del turismo siciliano.
Una proposta per rilanciare il turismo culturale è stata lanciata, in conclusione dei lavori, da Salvo Andò, già rettore dell’Università Kore di Enna, ovvero quello di far tornare alle origini i giovani italiani figli di emigrati per riscoprire il fascino della propria cultura e imparare la loro lingua attraverso vacanze studio nella terra dei loro avi.