Sono quattro i titoli attorno a cui ha ruotato l’Open Forum “Verso una grande Sicilia”, promosso da www.travelnostop.com lo scorso 11 dicembre al San Paolo Palace di Palermo. “Sicilia, bella e impossibile”, “Il turismo come una ruota di bicicletta. Chi può dire qual è il raggio che sostiene la ruota?”, “Sicilia ultima chiamata” e “Verso una grande Sicilia”. A ognuno di questi temi è stato dedicato un dibattito introdotto da un filmato di presentazione. Filo conduttore è stato la relazione di Toti Piscopo, editore e direttore editoriale di www.travelnostop.com, la cui sintesi del primo tema affrontato “Sicilia bella e impossibile” è di seguito riportata. Nel prossimi giorni gli atri temi e gli interventi correlati.
“Oggi ci ritroviamo qui per testimoniare da cronisti – ha esordito Piscopo – lo stato di disagio, di malessere, di preoccupazione che vivono gli operatori turistici. I nostri competitor europei godono di una maggior e miglior consolidamento e fidelizzazione sul mercato grazie alla capacità di aver attuato negli anni politiche turistiche adeguate, mentre emergono rapporti di forte concorrenzialità con i Paesi del bacino del Mediterraneo che puntano ad un’offerta internazionale più innovativa, più determinata, più creativa, più aggressiva potendo fare affidamento anche su un costo del lavoro estremamente contenuto. In questo quadro generale l’offerta regionale, pur disponendo di elementi pressoché esclusivi, risulta penalizzata, in funzione di una complessiva inadeguatezza del sistema turistico che non c’è e dei trasporti che non sempre ci sono.
Anni fa – ha aggiunto – in analoghe occasioni si provava a mettere a fuoco le cause del mancato decollo del nostro turismo. Una era stata individuata nella grande difficoltà dei trasporti e sulla loro esosità. Venne dunque il tempo dei voli charter e più recentemente dei low cost. Qualche miglioramento, ma sostanzialmente il decollo non c’è stato e si disse che c’era un problema di immagine. Su quello s’intervenne con investimenti tanto improvvisati quanto miliardari. E nelle cui pagine delle riviste straniere iniziarono generici inviti a visitare la Sicilia. Pochi gli effetti prodotti – ha sottolineato Piscopo – ma l’immagine siciliana fu comunque riscattata sull’onda degli omicidi eccellenti che, insieme a tanto dolore e vergogna, contribuì a determinare una forte reazione della società innestando un grande spirito di solidarietà di cui la Sicilia riuscì a godere in quel particolare momento storico.
Nonostante ciò – ha continuato – il nostro turismo continuava a rimanere al palo. Si disse ancora: i posti letto sono insufficienti e non adeguati agli standard qualitativi. Senza alberghi o strutture di qualità i turisti non avrebbero scelto la Sicilia, entrata nel frattempo nell’obiettivo 1. Dunque via alla costruzione di nuovi alberghi, adeguamento e miglioramento di quelli esistenti, ed alle aziende agrituristiche si affiancarono i bed and breakfast. Casali ristrutturati, bagli riadattati. Strutture splendide, ma ahimè disertate da quei turisti europei, americani, giapponesi, russi che, individualmente o in gruppi, avrebbero dovuto essere i fruitori naturali di questa offerta di qualità.
Certo, si disse, gli adv non sanno vendere il prodotto, – ha concluso Piscopo – strozzano sui prezzi, sono una mediazione parassitaria, per fortuna che c’è internet per poter risparmiare e vendere di più e farlo principalmente tutto l’anno. Analisi che nel tempo si sono rilevate parziali, nel migliore dei casi e non risolutivi di un fenomeno più complesso inadeguate, visto che l’offerta turistica siciliana continua a soffrire".