Dalle proprietà taumaturgiche delle “stufe” di San Calogero, decantate anche dagli antichi greci, all’abbandono da parte della Regione e al degrado attuale con un patrimonio unico che rischia di andare irrimediabilmente perduto. E’ la storia delle Terme di Sciacca. Ma adesso il sindaco Francesca Valenti dice basta. E organizza una marcia a piedi sino alla Presidenza della Regione Siciliana a Palermo per protestare contro l’immobilismo e chiedere chiarezza e risposte concrete al proprietario del patrimonio termale.
La marcia, che partirà martedì 18 maggio dallo stabilimento termale, prevede quattro tappe. La prima sarà Sciacca-Bisacquino, lungo la strada provinciale che attraversa Sambuca di Sicilia. La seconda tappa sarà da Bisacquino a Corleone, lungo il tratto segnato dal “Cammino di San Bernardo” attraverso Regie Trazzere. Il terzo tratto sarà da Corleone a Misilmeri, il quarto e ultimo tratto sarà da Misilmeri a Palermo.
La marcia a piedi arriva a 6 anni di distanza dalla chiusura del Grand Hotel e delle stufe vaporose, decisa dall’allora esecutivo guidato da Rosario Crocetta, a causa delle continue perdite economiche che la Regione non poteva più coprire. Da quel momento in avanti sono stati diversi i tentativi dell’assessorato all’Economia di individuare un imprenditore privato a cui affidare i beni in concessione, attraverso bandi pubblici che, tuttavia, sono andati regolarmente deserti. Recentemente, nel tentativo di rilanciare le Terme di Sciacca e anche quelle di Acireale, Nello Musumeci ha provato a coinvolgere l’Inail, nella speranza di riuscire a promuovere un investimento sul patrimonio termale.
Ma 6 anni di chiusura nel frattempo hanno visibilmente degradato il patrimonio, fatto anche di un parco pubblico e di piscine con acqua sulfuree, tuttora abbandonate al loro destino.