Tra ticket e interrogazioni parlamentari è polemica sull’Etna


Dal 2 ottobre 2025 per accedere ai Crateri Silvestri dell’Etna i non residenti in Sicilia devono pagare un ticket di 5 euro. La decisione arriva dai gestori della Funivia dell’Etna, proprietari dell’area dal 1997, e si inserisce in un piano di tutela del sito, spesso danneggiato da rifiuti e atti vandalici.

“I Crateri Silvestri – spiega l’imprenditore Francesco Russo Morosoli, patron della Funivia dell’Etna – sono stati acquistati dal mio gruppo imprenditoriale nel lontano 1997, un’acquisizione avvenuta dal fallimento della società denominata Montenero. È proprietà privata. Non è dunque un’area demaniale, non persiste una concessione, non è zona di massima tutela, che però noi abbiamo il dovere di preservare e tutelare”.

“Già nel mese di aprile – precisa il patron della Funivia dell’Etna – avevamo predisposto un presidio che servisse a garantire l’incolumità dei turisti, informando tutti gli operatori e gli accompagnatori che, di lì a poco tempo, l’accesso sarebbe stato regolamentato. Non comprendiamo quindi le affermazioni lette sui social relative alla mancata informazione, né la sorpresa legata alla richiesta di un contributo economico. Peraltro, per tutti i residenti in Sicilia l’accesso è gratuito. Chi viaggia con frequenza – sottolinea Morsoli – è consapevole che i siti naturalistici, nel resto del mondo, prevedono l’ingresso a pagamento. Ci sembra più un pretesto da parte di chi, per amore del suo ritorno economico, vendeva a caro prezzo ai turisti un’escursione in casa d’altri e adesso deve pagare 5 euro”.

Inevitabili le polemiche: il Parco dell’Etna, che secondo molti dovrebbe essere coinvolto, non è stato neanche informato ufficialmente, e la sua governance è attualmente paralizzata. Intanto, tra sindaci, guide e cittadini, il dibattito resta acceso.

“Da qualche giorno – dice il deputato regionale e leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera – dei privati si sono svegliati e hanno deciso di chiedere un ticket di 5 euro per visitare i crateri Silvestri nel versante sud dell’Etna, limitando di fatto l’accesso di quello che è un bene patrimonio dell’Unesco. Ho chiamato il commissario straordinario dell’ente parco che sostiene che non avrebbero, invece, alcuna autorizzazione, sollecitando una immediata ispezione, cosa che faranno nelle prossime ore, a seguito anche del mio intervento. È incredibile come si tenti di privatizzare, in modo non chiaro, un sito così straordinario, mi batterò affinché questo scempio finisca presto. Ho fatto anche un’interrogazione parlamentare, davanti ai beni pubblici nessuno ha il diritto di abusarne”.

Intanto, anche la deputata regionale Jose Marano (Movimento 5 Stelle) ha già depositato un’interrogazione parlamentare per fare luce sulla vicenda. “Anche se si trattasse di un’area di proprietà privata – spiega Marano – parliamo comunque di un patrimonio naturalistico di straordinario valore, la cui tutela deve necessariamente coinvolgere il pubblico. La valorizzazione e la conservazione di un bene di questo tipo per le generazioni future spettano all’ente parco regionale“, ha sottolineato la vicepresidente della commissione Ambiente, Territorio e Mobilità.
La deputata ricorda inoltre che la legge regionale 8/22, di cui è prima firmataria, è stata approvata con l’obiettivo di valorizzare turisticamente l’Etna: “L’Etna è sito Unesco, patrimonio dell’umanità, ed è impensabile dover pagare per ammirarne la bellezza. Una simile scelta non favorisce il turismo, perché non è imponendo un ticket che si valorizzano le nostre ricchezze naturali o si incrementano i flussi turistici”.

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