Un piano per l’extralberghiero: basta improvvisare


L’extralberghiero catanese chiede a gran voce un cambio di rotta. A tracciare il bilancio è Franz Cannizzo, presidente di Abbetnea, l’associazione di categoria che dal 2000 rappresenta il mondo ricettivo extralberghiero di Catania e provincia.

“Ferragosto 2025 ci ha regalato una fotografia ambivalente – esordisce Cannizzo -. Da un lato, la nostra zona ha performato meglio rispetto al resto della Sicilia: grazie all’Etna, al mare e al patrimonio culturale, abbiamo registrato un calo contenuto nel segmento extralberghiero, intorno al 10-12%. Dall’altro, però, emergono segni di stanchezza che non possiamo ignorare”.

Area Occupazione Ferragosto 2025 Variazione vs 2024 Prezzo medio notte (agosto)
Catania e provincia 78% -10% €95 (extralberghiero)
Sicilia 70% -15% €85
Italia (balneare) 65% -30% €110
Italia (città) 72% -18% €100

Se la Sicilia nel suo complesso soffre la concorrenza di destinazioni più economiche e organizzate, Catania e i comuni etnei – da Nicolosi a Zafferana Etnea, da Acireale a Taormina – hanno retto grazie a una domanda “last minute” e a una fedeltà del turista che premia l’autenticità del territorio. Ma i dati nazionali, che parlano di una fuga dall’alta stagione e di una ridistribuzione delle presenze sui mesi di maggio, giugno e settembre, impongono una riflessione urgente.

Secondo le elaborazioni di Abbetnea, nel ponte di Ferragosto 2025, il comparto extralberghiero catanese ha visto un’occupazione media del 78%, contro l’85% dello stesso periodo nel 2024. “Un calo fisiologico, ma preoccupante se confrontato con il +5% di strutture disponibili”, spiega Cannizzo. “Significa che, nonostante l’aumento dell’offerta, la domanda non cresce allo stesso ritmo”. Ancora più significativo il confronto con le altre province Siciliane: Palermo e Trapani hanno perso oltre il 20% di presenze, mentre Messina e Siracusa si attestano su un -15%. “Noi stiamo meglio, ma non possiamo accontentarci”, avverte il presidente. Anche perchè i prezzi sono troppo alti in alta stagione, con servizi insufficienti e una promozione frammentata. Il risultato? “Turisti che scelgono la Puglia, la Sardegna o addirittura la Croazia, dove trovano pacchetti più convenienti e infrastrutture migliori”.

Per tutti questi motivi, Abbetnea ha deciso di stilare un manifesto per il turismo extralberghiero 2026, con cinque azioni concrete:

DESTAGIONALIZZARE CON INCENTIVI “Dobbiamo spingere su aprile, maggio, giugno e ottobre, quando il clima è ideale e i prezzi sono accessibili”. La proposta: “Sconti fiscali per chi prenota fuori stagione e pacchetti ‘Etna 365’ che includano escursioni, degustazioni e cultura”.

POTENZIARE I COLLEGAMENTI “Serve un bus navetta dall’aeroporto di Catania ai comuni Etnei, e una card unica per trasporti e ingressi ai siti”. L’esempio? “La ‘Etna Pass’, come la ‘Roma Pass’, che permetta di visitare vulcano, città e mare con un unico biglietto”.

QUALIFICARE L’OFFERTA “Formazione obbligatoria per gli operatori, standard minimi di qualità e un marchio ‘Abbetnea Certified’ per le strutture che rispettano criteri di sostenibilità e accoglienza”.

UNA CAMPAGNA DI MARKETING UNITARIA “Catania e l’Etna devono essere vendute come un’unica destinazione. Serve un tavolo permanente con Comune, Città Metropolitana, Regione e privati per coordinare la promozione”.

PUNTARE SUL TURISMO ESPERIENZIALE “Non solo mare e vulcano: dobbiamo valorizzare i borghi, l’enogastronomia, i percorsi slow. Il turista oggi cerca autenticità, non solo una stanza dove dormire”.

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